Il Covid ha lasciato senza istruzione 137 milioni di studenti in America Latina
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Il Covid ha lasciato senza istruzione 137 milioni di studenti in America Latina

Rapporto Unicef su dati Unesco: si rischia una "catastrofe generazionale" a causa del Covid

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13 Novembre 2020 - 13.17


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E’ stato calcolato che a restare senza istruzione sono centotrentasette milioni di studenti in America Latina.
È il devastante effetto del Covid 19 in termini sociali, con la conseguenza di un “gap ulteriormente ampliato di istruzione tra famiglie ricche e povere in America Latina e nei Caraibi”. L’allarme è contenuto in un Rapporto dell’Unicef che riporta dati dell’Unesco, sul rischio di una “catastrofe generazionale” in America Latina.

“I sistemi educativi della regione sono caratterizzati non solo da una qualità debole, ma anche da alti tassi di ineguaglianza ed esclusione sociale esacerbati dalla pandemia”, spiega Javier González, direttore di Summa che ha partecipato alla stesura del rapporto. Inevitabilmente, le conseguenze non possono che essere disastrose: “l’assenza dell’insegnamento, una maggiore povertà dovuta alla recessione economica e l’interruzione dei servizi sociali, tutti fattori che colpiscono soprattutto gli studenti più svantaggiati”.

L’America Latina è stata la regione che più ha sfruttato la didattica a distanza: il 96% contro una media mondiale del 69%. Ma, nel momento in cui gli strumenti per seguire le lezioni sono scarsi e mal distribuiti tra la popolazione, il rischio di una dispersione scolastica è enorme. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, il Covid-19 potrebbe contribuire ad allontanare dalle scuole ulteriori 3 milioni di bambini in queste aree. Un dramma, in un contesto già molto difficile. Anche se si è cercato di arrivare dentro le case in qualsiasi modo, attraverso la televisione (per l′86%) e la radio (50%), questo non è sufficiente: molti sono gli studenti che potrebbero perdere l’anno in quanto le lezioni da casa sono “solo una sostituzione parziale dell’esperienza educativa”, ha sottolineato Manos Antonini, direttore del Global education monitoring report.

Se il mondo va in una direzione, quale quella di far tornare gli studenti nelle classi e tenere aperte le scuole ad ogni costo, un terzo dei paesi in America Latina e nei Caraibi non ha ancora annunciato una data di riapertura e la percentuale di studenti che non ricevono alcuna forma di istruzione è passato dal 4% al 18% in pochi mesi. La pandemia rischia di far compiere dei passi indietro enormi a questi paesi che, negli ultimi anni, hanno cercato di assottigliare le disuguaglianze al loro. Pur aumentando la spesa pubblica per l’istruzione da una media del 3,9% del Pil nel 2000 a 5,6% del 2017, lo sforzo non è in grado di contrastare l’ondata epidemica. A rimetterci sono le fasce più deboli della popolazione. Sempre dalla denuncia dell’Unicef emerge come 1 bambino su 2 delle scuole pubbliche riesce ad accedere alla didattica a distanza, contro i 3 su 4 di quelle private. Ovviamente, la possibilità di poter mandare i propri figli a una scuola privata è riservata a una nicchia delle famiglie latino americane. 

La funzione sociale della scuola in queste aree, inoltre, riveste un ruolo di primo piano maggiore che in altri contesti. Ecco perché l’impossibilità di poter frequentare le lezioni non può che aumentare il gap tra ricchi e poveri: con 174 giorni di scuola persi, l’America Latina supera di quattro volte la media mondiale.

I numeri impietosi si aggiungono a quelli di una pandemia che continua la sua diffusione: a fine ottobre si è raggiunta la triste quota dei 400mila decessi, con circa 10 milioni di contagiati. Numeri che mettono ancora una volta in luce tutte le conseguenze che il Covid-19 comporta. 

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