Trump si arrocca e mette Giuliani a capo del team delle azioni legali
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Trump si arrocca e mette Giuliani a capo del team delle azioni legali

Il miliardario sta perdendo su tutti i fronti e ha chiesto al sindaco di New York di insistere sulla teoria della frode

Donald Trump e Rudy Giuliani
Donald Trump e Rudy Giuliani
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14 Novembre 2020 - 15.37


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Donald Trump mette a capo della sua battaglia legale Rudy Giuliani, dopo che la sua campagna ha perso anche il ricorso teso ad ottenere il riconteggio nella contea chiave dell’Arizona, conquistata da Joe Biden nelle elezioni Usa 2020.

La decisione, rivelano quattro fonti informate al New York Times, conferma come il presidente si stia arroccando, insieme al suo avvocato ed alleato più fidato, in una battaglia sempre più in salita, con praticamente tutti i media americani – ed i leader di praticamente tutti i Paesi, tranne poche tra i quali Russia, Brasile e Messico – che si rapportano con Biden come presidente eletto.

Nel riportare la notizia, Politico cita fonti della campagna di Trump che rivelano come il coinvolgimento dell’ex sindaco di New York, che è stato la figura chiave del Kievgate che fino all’ultimo giorno di campagna elettorale ha cercato di imporre una contro narrativa fatta di accuse di corruzione a Hunter Biden ed al padre, abbia compromesso la strategia legale che i consiglieri del presidente avevano, già da prima delle elezioni, elaborato.

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L’episodio surreale della conferenza stampa di una settimana fa nel parcheggio alla periferia di Philadelphia, perché Giuliani aveva indicato un “Four Season” sbagliato, avrebbe poi – rivelano ancora le fonti citate da Politico – spaventato molti avvocati che erano stati corteggiati per mesi che alla fine non hanno più voluto farsi coinvolgere nell’impresa.

Ma ora arriva addirittura la promozione di Giuliani a complicare ancora di più la macchina legale, operative già da giugno, con la supervisione di David Bossie presidente di Citiziens United.

Finora era stato lui, insieme al capo legale della campagna, Matt Morgan, ed i vertici di questa, Bill Stepien, Justin Clarck e Jason Miller, a seguire quotidianamente l’andamento dei ricorsi e decidere le strategie legali nei diversi stati e di comunicazione pubblica.

Il gruppo è stato in costante contatto con il presidente, presentato una strategia tesa, principalmente, a cercare di ridurre il più possibile il vantaggio di Biden con singoli ricorsi, spingere per il riconteggio e rallentare il processo di ratificazione negli Stati.

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Una strategia fortemente contestata come troppo cauta da Giuliani che spinge per una gestione più esplosiva.

Lavorando in questi dieci giorni in modo indipendente rispetto all’apparato del team legale di Trump, l’ex sindaco è andato in televisione a denunciare una frode elettorale coordinata ed ha anche ordinato che fossero presentati dei ricorsi senza coordinarsi con i legali della campagna. Due giorni fa poi lo scontro, con un litigio tra Giuliani ed i vertici della campagna, con urla e strepiti, durante una riunione alla Casa Bianca, con Trump e Mike Pence presenti.

A sostenere l’azione di Giuliani, Sidney Powell, l’avvocata di Washington che ha difeso Micheal Flynn con la strategia che ha portato all’archiviazione delle accuse contro l’ex consigliere di Trump, che ha denunciato “un massiccio e coordinato sforzo di rubare le elezioni” attraverso “la delegittimazione e distruzioni di voti per Trump” e la “creazione fraudolenti di voti per Biden”.

 

 

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