Secondo il riconteggio, svolto dopo il ricorso presentato dalla campagna Trump, su circa 5milioni di voti validi in Georgia il candidato democratico ha ottenuto un vantaggio di 12.284 voti, rispetto ai circa 14mila voti di vantaggio che gli erano stati assegnati col precedente spoglio.
La sconfitta in Georgia, che negli ultimi 28 anni era sempre andata ai Repubblicani, è un duro colpo per le ambizioni del presidente Donald Trump di ribaltare il risultato delle elezioni del 3 novembre, attraverso ricorsi e accuse, finora non dimostrate, di brogli elettorali ai suoi danni.
La campagna di Trump ha tuttavia il diritto di chiedere un nuovo riconteggio dei voti nello stato, essendo il margine di differenza col rivale Biden inferiore allo 0,5%. Le autorità elettorali della Georgia dovrebbero certificare oggi il risultato del voto, dopo di che i Repubblicani potranno presentare un eventuale nuovo ricorso. La campagna di Trump ha intanto incassato nuove sconfitte nelle aule dei tribunali, con giudici che in Arizona e Pennsylvania hanno di nuovo rigettato come infondate tutte le mozioni per bloccare la certificazione dei risultati che danno Joe Biden come vincente, proprio mentre Rudy Giuliani ripeteva le accuse, senza prove, dell’esistenza di un grande complotto coordinato dem per rubare le elezioni.
In Arizona un giudice statale ha rigettato, senza possibilità di appello, il ricorso dei repubblicani dello stato per richiedere un nuovo riconteggio nella contea di Maricopa, che avrebbe fatto slittare la data della certificazione dei risultati, prevista per il 30 novembre. Secondo le proiezioni, Biden ha vinto nello stato con oltre 10mila voti di vantaggio, diventando il secondo democratico a conquistare lo stato in oltre sette decenni.
Oltre la metà delle contee dell’Arizona hanno condotto un riconteggio post elettorale non trovando alcuna, o pochissime, discrepanze, secondo il rapporto del segretario di Stato dell’Arizona che in cui si afferma che non vi sono prove delle frodi elettorali sistematiche denunciate da Trump.
Anche in Pennsylvania un giudice ha bocciato un nuovo ricorso della campagna di Trump teso ad invalidare oltre 2mila voti postali per ragioni tecniche. Ma il caso più emblematico è quello che è stato bocciato da un giudice federale della Georgia a uno dei grandi elettori dello stato, l’avvocato Lin Wood, molto vicino al presidente, che ha denunciato la presunta violazione dei suoi diritti costituzionali attraverso il voto per posta che avrebbe portato a frodi, chiedendo che venisse bloccata la certificazione dei risultati elettorali.
Il giudice Steven Grimberg, che è stato nominato da Trump, non solo ha stabilito che non vi fosse fondamento nel ricorso ma anche avanzato dei dubbi sulla tempistica della sua azione. “Non ho sentito nessuna giustificazione del fatto per cui abbia aspettato a presentare le sue dimostranze due settimane dopo le elezione proprio alla vigilia della certificazione dei risultati elettorali”, ha detto il giudice ricordando che il conteggio del voto per posto è iniziato in Georgia un mese fa.
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