Tutti sembrano piano piano abbandonarlo nella sua lotta contro presunti brogli elettorali nelle ultime elezioni (dove siano, ancora non si sa): anche chi si trova dalla sua parte come il segretario di Stato della Georgia, che ribadisce: “Non abbiamo trovato nessuna frode sistemica, niente che possa rovesciare l’esito del voto”.
A dirlo all’emittente Abc è Brad Raffensperger, che Donald Trump ha preso di mira chiamandolo “nemico del popolo”.
Il governatore ha raccontato di minacce di morte arrivate a lui e la sua famiglia così come di scrutatori perseguitati.
“E’ un atteggiamento arrabbiato e irrazionale, non patriottico”, ha commentato l’esponente repubblicano, che aveva votato per Trump.
Le sue parole arrivano dopo che Trump ha tenuto ieri un comizio in Georgia, ripetendo ancora una volta di considerarsi il vincitore delle elezioni in questo stato e vittima di frode elettorali.
Il presidente americano ha fatto pressioni sia sul governatore Brian Kemp, che su Raffensberger, entrambi repubblicani, perché ordinino un riconteggio.
Secondo il Washington Post ha chiesto anche senza successo a Kemp di convocare il parlamento della Georgia per assegnare a lui e non a Biden i grandi elettori di questo stato.
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