Gli ultimi giapponesi trumpiani o i nuovi golpisti. Sua come sia si tratta di persone pericolose che saranno moralmente e politicamente responsabili delle violenze che potrebbero scatenarsi.
Circa 20 tra senatori e deputati repubblicani promettono battaglia al Congresso, il prossimo 6 gennaio quando si ratificheranno i voti del Collegio elettorale e verrà proclamata la vittoria di Joe Biden. I repubblicani si rifiuteranno di conteggiare i voti elettorali, riproponendo l’argomento della frode elettorale e chiederanno un dibattito durante la sessione unita delle due Camere.
Il deputato Mo Brooks dell’Alabama sosterrà la tesi che i sistemi elettorali dei cosidetti swing States “sono imperfetti e non degni di fiducia” e quindi i loro voti vanno rifiutati.
Il senatore del Nebraska, Ben Sasse, ha messo in guardia i colleghi da “questo pericoloso stratagemma” e li accusa di essere “politici ambiziosi che non pensano al danno reale inflitto a lungo termine alle istituzioni.
Anche il conservatore Wall Street Journal in un editoriale di ieri ha scritto che “I repubblicani dovrebbero essere imbarazzati dal trambusto del Collegio elettorale di Trump” e invita a demordere dalle accuse di frode: “non sono riusciti a produrre prove e le loro sfide legali sono fallite”.
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