Il trumpiano che ha violato l'ufficio di Nancy Pelosi: "Sono un nazionalista bianco, e allora?"
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Il trumpiano che ha violato l'ufficio di Nancy Pelosi: "Sono un nazionalista bianco, e allora?"

Si chiama Richard Barnett, l'attivista pro armi dell'Arkansas diventato tra i simboli negativi della marmaglia fascista: "Chi non è nazionalista se ne vada a fare in c**o fuori dalla nazione"

Richard Barnett, l'attivista pro armi dell'Arkansas  che ha partecipato all'assalto di Capitol Hill
Richard Barnett, l'attivista pro armi dell'Arkansas che ha partecipato all'assalto di Capitol Hill
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7 Gennaio 2021 - 16.49


ATF

Razzisti e suprematisti bianchi: “Ho lasciato 25 cent sulla scrivania per la busta, non sono un ladro”. Provoca così Richard Barnett, l’attivista pro armi dell’Arkansas diventato famoso per essersi fatto fotografare con i piedi sulla scrivania di Nancy Pelosi, commentando, con un’emittente del suo stato, un’altra foto che si è scattato, una volta uscito dal Congresso, con in mano la busta di una lettera indirizzata alla Speaker democratica.

Barnett, che ha 60 anni ed è conosciuto anche in Rete con il soprannome “Bigo”, non ha infatti avuto problemi la notte scorsa ad ammettere con i giornalisti di essere lui l’intruso nell’ufficio di Pelosi. Anche se poco dopo ha smesso di rispondere alle chiamate al suo cellulare, nota oggi il Washington Post.

Attivo sui social, Barnett proprio sabato scorso aveva attaccato Pelosi per aver criticato i “nazionalisti bianchi”: “io sono un bianco, non lo nego, e sono un nazionalista, metto la mia nazione in cima a tutto, e questo fa di me un nazionalista bianco”, ha scritto aggiungendo che chi non è nazionalista “se vada a fare in….fuori dalla nostra nazione”. 

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Sui suoi due account Facebook – che è stato bloccato ieri notte – Barnett si dichiara sostenitore delle armi e di Trump, rilanciando i messaggi sulle “montagne di prove” a sostegno delle presunte frodi elettorali. Il nome di Barrett non figura nell’altro account che è intestato a “George Reincarnated Patton”, la reincarnazione del generale della Seconda Guerra Mondiale, ma il Post ha notato che è sua la foto del profilo, come anche un selfie pubblicato ed anche la firma di un post.

Su questa pagina lo scorso 28 dicembre, Barrett ha annunciato che avrebbe partecipato al rally per Trump chiedendo ad altri in Arkansas di seguirlo. “Questo è il nostro Paese – ha scritto – potete rinunciare ad un giorno di Internet, lavoro, per essere attivi, per favore schierati. Se non ora quando?”. Sulla pagina anche foto di Barrett armato ad una manifestazione a Little Rock. E, sempre lo stesso giorno, il post: “sono venuto al mondo urlando e scalciando, coperto dal sangue di un’altra persona, non ho paura di andarmene nello stesso modo”.

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Nonostante abbia partecipato ieri agli scontri che hanno permesso ai rivoltosi di superare lo sbarramento della polizia ed invadere il Congresso, Barnett si dichiara più volte un sostenitore delle forze dell’ordine, ha organizzato eventi per la raccolta di fondi in favore del dipartimento di polizia della località dell’Arkansas, Sulphur Spring dove risiede e pubblica foto con la maglietta con il logo “Blue Lives Matter”.

Un giornale pubblica la foto mentre consegna un assegno al capo della polizia locale.

 

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