Tredici giorni per salvare la democrazia americana
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Tredici giorni per salvare la democrazia americana

La democrazia americana può fare soltanto una cosa per cucire la ferita e ritrovare credibilità agli occhi del mondo: destituire Trump prima del passaggio dei poteri al nuovo presidente Joe Biden

Fascisti trumpiani
Fascisti trumpiani
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David Grieco Modifica articolo

7 Gennaio 2021 - 15.15


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Ieri notte, l’insurrezione armata dei seguaci di Donald Trump che hanno invaso e saccheggiato il Campidoglio di Washington in uno dei momenti più solenni della tradizione democratica statunitense ha rappresentato indubbiamente una ferita molto difficile da rimarginare. 
Su questo, nessuno al mondo nutre alcun dubbio. Anche se nessuno al mondo sembra aver preso in considerazione, nemmeno per un attimo, l’eventualità di uno scenario persino peggiore. Se all’interno del Campidoglio ci fosse stato un maggior numero di poliziotti armati e dal grilletto facile, stamattina avremmo forse contato centinaia di morti e gli Stati Uniti si troverebbero oggi in una situazione oggettiva di guerra civile, che era poi l’obiettivo di Donald Trump fin dalla scorsa estate, quando il presidente si rese conto che la sua folle e negazionista gestione dell’emergenza Covid lo avrebbe condotto alla sconfitta elettorale contro Joe Biden. 
Per la cronaca, ieri a Washington sono rimaste uccise 4 persone in seguito all’attacco al Campidoglio, mentre in tutti gli Stati Uniti si sono registrati quasi 4000 decessi per Covid.
Ora, la democrazia americana può fare soltanto una cosa per provare a cucire la ferita della sua democrazia sanguinante e ritrovare credibilità agli occhi del mondo. Destituire Donald Trump prima del passaggio dei poteri al nuovo presidente eletto Joe Biden che è in programma il prossimo 20 gennaio. 
Il tempo stringe. Mancano 13 giorni. I fatidici 13 giorni. Proprio come 58 anni fa, nel 1962, quando Kennedy e Krusciov fecero tremare il mondo per i missili a Cuba e in 13 giorni di consultazioni febbrili venne scongiurata in extremis una Terza Guerra Mondiale.
E guarda il destino, ecco il numero 13, ancora una volta, che secondo gli americani porta jella (non troverete mai una stanza numero 13 in un albergo statunitense) perché il tredicesimo a tavola, nell’Ultima Cena, era Giuda.
Chi è Giuda, stavolta, lo sappiamo tutti. Bisogna assolutamente farlo alzare da tavola prima che la cena volga al termine per salvare la democrazia.
Saranno 13 giorni lunghi da morire. Per gli americani e non solo.

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