di Erika Suban
Due giorni dopo l’assalto al Congresso di Washington, una bandiera confederata è stata trovata attaccata alla porta d’ingresso del Museum of Jewish Heritage – il Museo dell’Olocausto di New York. La bandiera con il fondo rosso e una croce blu bordata di bianco con stelle bianche risale ai tempi della Guerra Civile, ma è stata adottata come simbolo da gruppi nazionalisti ed estremisti bianchi. Solo pochi mesi fa l’ultimo stato americano, il Mississippi, ha votato per eliminarla, perché considerata un simbolo razzista. Il Kkk la usa dal 1915. Sventolava a linciaggi, incendi di chiese e croci, e veniva appesa per instillare paura nei neri di tutto il sud.
Di bandiere così alle manifestazioni pro-Trump se ne vedono sempre a centinaia, e non mancavano di certo durante l’attacco al Congresso, assieme ad altri simboli di odio come quelli delle crociate. Gli elmi in stile medievale o le croci di templari e crociati richiamano con nostalgia un’era di guerre cristiane bianche contro musulmani ed ebrei. Il terrorista norvegese Anders Breivik colpevole della strage del 2011 si è dichiarato un templare e Knights Templar International è una rete online che collega attivisti di estrema destra. Donald Trump Jr. (come riporta il Washington Post) ha postato su Instagram una foto in cui imbraccia un fucile decorato con un simbolo delle crociate accanto all’immagine di Hillary Clinton dietro le sbarre (guardate con attenzione il calcio del fucile nella foto in alto).
Tra la folla che protesta a Washington il 6 gennaio ci sono persino gli attivisti anti-circoncisione, gli “intactivists” (letteralmente “intattivisti” attivisti del pene intatto). Lottano contro ogni forma di circoncisione e, dato che fa parte della tradizione ebraica come quella musulmana, usano spesso immagini antiebraiche. Durante la manifestazione alcuni manifestanti portavano cartelli con la scritta “la circoncisione è il marchio della bestia di satana” e “bandite la circoncisione di satana”.
America has issues. So many issues. pic.twitter.com/cDN73eWbMa
— Hugh Riminton (@hughriminton) October 26, 2020
Su Amazon si può addirittura comprare il fumetto di “Foreskin Man” (Uomo Prepuzio), che ritrae supereroi ariani biondi che combattono ebrei che eseguono la circoncisione.
In mezzo a questo circo, tuttavia la foto dell’uomo con barba e capelli lunghi che indossa la felpa con la scritta “Campo Auschwitz” dentro al Congresso colpisce più di tutte. Il fronte della maglia dice “Campo Auschwitz. Il lavoro porta la libertà”, una traduzione approssimativa del messaggio “arbeit macht frei” che ha accolto i prigionieri ebrei nel famigerato campo di concentramento nazista. Sul retro dice “Staff”.
La felpa è attualmente in vendita su vari siti di eCommerce, incluso il famoso TeeHands, assieme ad un’altra maglietta antisemita con la frase “6MWE” (acronimo di 6 Millions Weren’t Enough, letteralmente “Sei milioni non sono bastati”) un riferimento al numero di ebrei morti ammazzati dai Nazisti durante l’Olocausto.
E quello che colpisce ancora di più è il fatto che, accanto a chi sventolava la bandiera dei confederati o indossava le magliette sui campi di concentramento, c’erano anche parecchi ebrei, soprattutto ortodossi. Come Aaron Mostofsky, figlio di un giudice di Brooklyn. Tutti convinti che Trump sia la risposta alle loro domande.
Tra la folla di rivoltosi c’era anche l’attivista ebreo ortodosso e conduttore di programmi radiofonici Heshy Tischler. In ottobre Tischler fu arrestato per il presunto assalto di Jacob Kornbluh, un giornalista ebreo ortodosso che copriva le proteste contro le restrizioni Covid di New York, che ha chiamato traditore. In uno dei suoi post, Heshy Tischler mostra con orgoglio i risultati delle elezioni nella cittadina di ebrei ortodossi di Lakewood Township nel New Jersey (popolazione 106.300 persone): 82% ha votato per Trump nel 2020, ancora di più del 74% che lo scelto rispetto alla Clinton nel 2016.
Su Instagram, il gruppo @JewsForTrump definisce ripetutamente Trump il più grande presidente dei nostri tempi. Su youtube il celebre cantante ortodosso Yaakov Shwekey canta una canzone che dice che Trump fu “mandato dal cielo” e “Possa Dio ascoltare le nostre preghiere, altri quattro anni, perché amiamo l’America”. Cliccate qui per ascoltarla (o anche no!).
Certo, la maggior parte degli ebrei americani ha votato per Biden, ma per la comunità ortodossa le cose sono ben diverse. Secondo molti ebrei ortodossi americani Trump ha fatto cose per Israele che nessuno ha mai realizzato. Ritengono che Israele non avrebbe fatto la pace con Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan. E che senza di lui, gli Stati Uniti non avrebbero riconosciuto Gerusalemme come capitale ufficiale di Israele. E la Republican Jewish Coalition, che ha uffici a DC, Los Angeles, Filadelfia, New York, Chicago e in Florida, ha instaurato un rapporto stretto con il presidente da quando è entrato in carica. Sostengono che “Per coloro che hanno a cuore Israele, che hanno a cuore una forte sicurezza nazionale, c’è solo una scelta. E quella scelta è Donald Trump.”
Anche se Trump, parlando al pubblico ebreo americano, descrive regolarmente Benjamin Netanyahu come “il vostro primo ministro” e si riferisce a Israele come “il vostro paese” come se loro non fossero americani per gli ebrei ortodossi questo non è un problema. Israele viene prima di tutto.
«La comunità è guidata da una combinazione di paranoia e desiderio di piena autonomia personale, escludendo gli estranei, il punto di vista degli estranei e ciò che li mette a disagio. Trump convalida molti dei loro atteggiamenti», spiega il consulente politico Menashe Shapiro al New York Magazine. «Trump è la cocaina, la radio, i blog e i podcast di estrema destra sono gli spacciatori. La comunità ebraico-ortodossa sono i tossicodipendenti».
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