Il dipartimento della Difesa americano ha stabilito che la Guardia Nazionale discolata a Washington per la cerimonia di insediamento diJoe Biden sarà equipaggiata con armi letali e non. La decisione arriva dopo la comunicazione dell’Fbi che teme che gruppi armati pro-Trump possano dirigersi verso Washington e che possa ripetersi quanto avvenuto il 6 gennaio, quando i sostenitori di Donald Trump – tra cui anche i militanti del gruppo Proud Boys – hanno assaltato e invaso le sale del Campidoglio.
Cinque le vittime delle violenze, tra cui anche un agente di polizia, mentre i senatori erano stati portati via d’urgenza per timori di violenze. In quell’occasione, la Guardia nazionale era stata mobilitata disarmata. Ora a chiederne il rafforzamento sono le autorità federali, con il via libera del Pentagono, così come riporta il New York Times. Il generale in capo a questo corpo di difesa, Daniel Hokanson, ha fatto sapere che sono disponibili fino a 15.000 uomini per soddisfare eventuali richieste che le autorità presenteranno per la cerimonia del 20 gennaio nonché “per quelle future”.
L’emittente Cnn, citando fonti proprie, fa sapere invece che l’esercito è al lavoro con l’Fbi per valutare la possibilità di dispiegare soldati e agenti tra gli uomini della Guardia nazionale, in modo da rafforzare il meccanismo di sicurezza che scatterà nel caso di nuove minacce. Non solo: tale collaborazione punta a identificare partecipanti e organizzatori dell’assalto al Congresso e per portare alla luce eventuali collegamenti tra gli insorti e individui interni all’esercito. Tra i protagonisti dei fatti del 6 gennaio sono emersi anche esponenti delle forze armate e ora i generali americani hanno fatto sapere: “Qui non c’è spazio per l’estremismo. Investigheremo in ogni singola denuncia e adotteremo misure adeguate”
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