Un pericoloso eversore che accusa gli altri di brogli: arrivano altre rivelazioni sulle manovre fatte da Donald Trump nelle ultime settimane di presidenza nel tentativo di rovesciare la vittoria elettorale di Joe Biden.
Secondo il Wall Street Journal, l’ex presidente fece pressioni sul dipartimento di Giustizia affinché portasse il ricorso contro l’esito elettorale alla Corte Suprema.
Ma Trump trovò l’opposizione prima dell’attorney general William Barr, che è stato licenziato dopo aver escluso che vi fossero stati brogli nelle elezioni, del ministro ad interim che l’ha sostituito, Jeffrey Rosen, ed anche dell’ex procuratore generale Jeffrey Wall.
Anche l’allora consigliere legale della Casa Bianca, Pat Cipollone, insieme al suo vice, Patrick Philbin, si opposero alla manovra di Trump che si era rivolto ad un avvocato esterno per far preparare una memoria da presentare a nome dell’amministrazione.
“Voleva che noi, il governo degli Stati Uniti, facessimo causa ad uno o più Stati direttamente alla Corte Suprema”, ha spiegato un ex funzionario dell’amministrazione al Journal, affermando che “le pressioni erano molto intense”, soprattutto dopo che la Corte Suprema aveva bocciato il ricorso presentato dal Texas contro gli stati chiave dove ha vinto Biden.
In questo quadro, Trump prese in considerazione la possibilità di licenziare anche Rosen per sostituirlo con un avvocato del dipartimento, Jeffrey Clark, come ha già rivelato ieri il New York Times. Ma questo tentativo anche fallì perché tutti i principali funzionari del dipartimento minacciarono di dimettersi se Trump avesse licenziato Rosen.
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