Sul coronavirus Donald Trump citava “dati paralleli”, diversi da quelli che gli venivano mandati dalla team anti covid della Casa Bianca. A dirlo è Deborah Birx, l’esperta a cui era stato affidato il ruolo di coordinatrice dello sforzo dell’amministrazione Trump.
“Qualcuno, o dall’interno o dall’esterno, creava una serie parallela di dati e grafici che venivano mostrati al presidente. Io so cosa mandavo, quello che arrivava nelle sue mani era differente”, ha detto la scienziata.
Già coordinatrice dello sforzo anti Aids dell’amministrazione Obama, Birx ha confessato di aver continuamente pensato a dimettersi sotto Trump. Fra i suoi compiti, doveva informare Trump, ma il presidente, ha sottolineato, continuava a ricevere, e poi divulgare, “dati paralleli che arrivavano alla Casa Bianca e non erano utilizzati in maniera trasparente”.
“Ho visto il presidente esporre grafici che non avevo mai tracciato”, ha aggiunto Birx, dicendosi convinta che molti di questi dati venissero da Scott Atlas, un controverso consigliere sul coronavirus, medico ma senza specifiche competenze da virologo, che ha più volte minimizzato la pandemia.
Birx si è trovata in difficoltà all’interno dell’amministrazione, ma anche per le critiche rivoltegli come ‘volto pubblico’ dello sforzo anti coronavirus della Casa Bianca. Alla Cbs ha detto che probabilmente si dimetterà dal suo incarico ai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie appena sarà completata la transizione con l’amministrazione Biden.
Il virologo Anthony Fauci, che ha mantenuto l’incarico anche con Biden, ha recentemente espresso comprensione per la collega. “Birx ha dovuto convivere ogni giorno con quella persona alla Casa Bianca. Per lei è stata una situazione molto difficile”, ha detto Fauci in una intervista al New York Times, spiegando che lui era invece più impegnato come direttore dell’Istituto malattie infettive.
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