L’assalto di Capitol Hill dello scorso 6 gennaio potrebbe aver convinto i violenti estremisti di destra pro-Trump a compiere altri atti simili.
Il dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti avverte che la furia mortale del Campidoglio potrebbe non essere un episodio isolato e per la prima volta che gli Usa stanno affrontando una minaccia crescente da parte di “violenti estremisti interni”.
L’allarme terrorismo del dipartimento non fa riferimento ad alcun gruppo specifico ma ha chiarito che tra le principali motivazioni di queste organizzazioni figurano la rabbia per “la transizione presidenziale, così come altre lamentele alimentate da false narrazioni”: si tratta di un chiaro riferimento alle accuse mosse dall’ex presidente Donald Trump e fatte proprie dai gruppi di destra, secondo le quali le elezioni del 2020 sarebbero state vinte da Joe Biden grazie a brogli.
“Il Dhs è preoccupato che questi stessi fattori di violenza rimarranno per tutto l’inizio del 2021”, ha detto il dipartimento.
Il Dipartimento per la sicurezza interna non dispone di informazioni che indichino un “complotto specifico e credibile” e l’allerta emessa è stata classificata come un avvertimento sullo sviluppo di future tendenze in ambito terroristico, piuttosto che come un avviso di un attacco imminente.
Un funzionario dell’intelligence coinvolto nella stesura del rapporto ha detto da parte sua che la decisione di renderlo pubblico è stata guidata dalla conclusione del dipartimento che l’inaugurazione pacifica di Biden la scorsa settimana potrebbe creare un falso senso di sicurezza, perché “l’intenzione di impegnarsi nella violenza non è svanita” tra gli estremisti irritati per l’esito delle elezioni presidenziali.
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