Tra fascisti di Proud Boys e fanatici di Trump, sono 211 gli incriminati per l'assalto a Capitol Hill
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Tra fascisti di Proud Boys e fanatici di Trump, sono 211 gli incriminati per l'assalto a Capitol Hill

A quanto si legge sul sito dell'emittente Nbc news, le persone incriminate provengono da 43 stati, soprattutto il Texas e New York. Per ogni sette uomini c'è solo una donna.

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9 Febbraio 2021 - 18.20


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Le persone incriminate per il tentato golpe a Capitol Hill del 6 gennaio scorso sono per il mkomento 211. Si tratta di un gruppo composito che riunisce militanti di gruppi di estrema destra come i Proud Boys e gli Oath Keepers, personaggi pittoreschi come lo ‘sciamano di QAnon’ Jacob Chansley, ma anche persone che sembrano non essersi pienamente rese conto di quanto stavano facendo. Un uomo ha raccontato che voleva offrire un compleanno memorabile al figlio. Le indagini non hanno ancora fatto luce se l’attacco sia stato organizzato.
A quanto si legge sul sito dell’emittente Nbc news, le persone incriminate provengono da 43 stati, soprattutto il Texas e New York. Per ogni sette uomini c’è solo una donna. Una ventina sono veterani delle forze armate.
Circa due dozzine sono legati a gruppi di estrema destra: fra loro c’è uno dei leader nazionali dei Proud Boys, Joe Biggs, della Florida, fra i primi ad entrare in Campidoglio, assieme ad un altro miliziano del gruppo, il newyorchese Dominic Pezzolla, che ha usato uno scudo della polizia per rompere una finestra e far entrare gli insorti. Incriminati anche leader dei Proud Boys delle Hawaii e dello stato di Washington, fra cui Ethan Nordean. E nella lista vi sono tre membri degli Oatk Keepers. Durante l’assalto comunicavano attraverso walkie talkie, dicendo di essere un gruppo di 30-40 persone.
Le accuse finora formalizzate vanno da gravi atti di violenza, minacce ai parlamentari, fino al solo ingresso illegale in Campidoglio. Vi sono 22 persone accusate di aver aggredito i poliziotti, 140 dei quali sono stati feriti. Tuttavia ancora nessuno è stato incriminato per la morte dell’agente Brian Sicknick, né è stato identificato chi ha piazzato due bombe artigianali nelle sedi dei partiti repubblicano e democratico alla vigilia dell’assalto.
Inoltre le indagini non hanno ancora chiarito se l’attacco sia stato programmato in anticipo da singole persone o gruppi. L’incriminazione contro Nordean recita che “assieme ad altri membri dei Proud Boys aveva pianificato in anticipo di organizzare un gruppo che avrebbe cercato di superare le barricate della polizia ed entrare in Campidoglio”. Tuttavia i documenti processuali non indicano quando e come questo piano sia stato concordato. Nessuno è stato finora individuato come leader dell’assalto o accusato di cospirazione a fini di sedizione.
Secondo le immagini dell’assalto, diverse persone erano arrivate in tenuta da ‘combattimento’, con elmetti e abbigliamento tattico, mentre almeno quattro avevano mazze da baseball. Altri, come dimostrano le carte processuali, sembrano essere persone che si sono lasciate prendere dagli eventi. Fra loro diversi si sono consegnati spontaneamente dopo che loro immagini sono circolate sui social ed hanno espresso rincrescimento, dicendo di non aver capito che stavano facendo qualcosa di illegale.
Il caso che fa più cadere le braccia è quello di James Uptmore, arrivato da san Antonio, in Texas, per trascorrere il compleanno del figlio Chance a Washington. Il ragazzo ha detto all’Fbi che sono entrati a Capitol Hill “perchè sono stati presi dalla folla ed era un evento che accade una sola volta nella vita”.

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