I figli di Daniel Prude, l’afroamericano che soffriva di disturbi mentali morto soffocato per mano degli agenti di polizia lo scorso marzo, hanno fatto causa alla città di Rochester: “Mio padre ha avuto una vita difficile, ma era un grande papà, ha sempre mostrato a me, mio fratello e alle mie sorelle quanto ci amava”, ha dichiarato Nathaniel McFarland, il più grande dei figli di Prude, nell’annunciare la causa contro la città e il dipartimento di polizia accusati di aver violato i diritti civili di Prude e poi di aver cercato di “insabbiare” le violazioni.
“La sua famiglia aveva cercato l’aiuto della polizia di Rochester e questo è stato un errore, un errore fatale” si afferma ancora nel ricorso ricordando che la polizia, lo scorso 23 marzo, era stata chiamata perché l’uomo camminava nudo per strada. “Invece di fornire assistenza ed aiuto, i poliziotti hanno abusato crudelmente di lui e l’hanno ucciso”, conclude il ricorso.
La causa civile arriva dopo che a fine febbraio si è conclusa senza l’incriminazione da parte del grand jury l’inchiesta sui sette agenti coinvolti nell’arresto e nella morte di Prude. In un primo momento la polizia aveva detto che l’uomo era morto di overdose, ma poi l’autopsia ha stabilito che era morto soffocato.
I figli di Daniel Prude fanno causa alla città di Rochester: "La polizia ha ucciso nostro padre"
La causa civile arriva dopo che a fine febbraio si è conclusa senza l'incriminazione da parte del grand jury l'inchiesta sui sette agenti coinvolti nell'arresto e nella morte di Prude.
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8 Marzo 2021 - 21.05
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