Un altro smacco per Donald Trump: la Corte Suprema di New York ha respinto la denuncia della campagna dell’ex Presidente che accusava il New York Times di aver diffamato Trump con un articolo on il quale l’accusava di collusione con la Russia per le elezioni del 2016. Nella sentenza firmata dal giudice James d’Auguste, si afferma infatti che non è stato dimostrato che il giornale abbia agito con intento di recare danno, che è la circostanza necessaria per le cause per diffamazione, pubblicando l’articolo, dal titolo ‘The real Trump-Russia quid pro quo”, il vero scambio tra Trump e la Russia, nel marzo del 2019.
“Pregiudizio o altri motivi non costituiscono un dolo effettivo”, conclude il giudice, ricordando come i media funzionino “come piattaforme per facilitare la libertà di espressione protetta dalla Costituzione su questioni di pubblico interesse e che i tribunali non ricorrono contro di loro per diffamazione nel caso che non venga dimostrato un effettivo danno”.
Il Times si è detto “felice” per la decisione: “la Corte oggi ha chiarito un fatto fondamentale riguardante la libertà di stampa: non devono essere tollerate cause per diffamazione da parte di potenti con l’intento di intimidire e mettere a tacere chi li controlla”, ha dichiarato a The Hill il vice presidente David E. McCraw.
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