Con un’importante risoluzione, il Parlamento Europeo ha dichiarato la Ue come ‘freedom zone’ per le persone Lgbtqi+. I voti a favore sono stati 492 contro 141 (tra cui si contano, senza sorprese, Fratelli d’Italia e Lega) e 46 astenuti.
La risoluzione ha valore di risposta alla politica dichiaratamente omofoba dell’Ungheria di Viktor Orban, che ha lasciato il Partito popolare europeo dichiarando di avere intenzione di costruire “una destra democratica europea che offra una casa ai cittadini europei che non vogliono migranti, che non vogliono il multiculturalismo, che non sono caduti nella follia Lgbti”. La stessa Ungheria ha vietato il riconoscimento giuridico delle persone trans.
L’Ungheria non è il solo paese dove l’intolleranza per le persopne Lgbtqi+ ha raggiunto livelli d’allarme: anche la Lettonia sta valutando un emendamento volto a bloccare l’estensione del concetto di famiglia. La risoluzione dell’Ue mette nero su bianco che “le persone Lgbtqi+ ovunque nell’Unione europea dovrebbero godere della libertà di vivere e mostrare pubblicamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità di genere, ed esprimere genere e caratteristiche sessuali senza paura di intolleranza, discriminazione o persecuzione”.
Per quanto riguarda i voti italiani, la risoluzione è stata sostenuta dal Movimento Cinque Stelle, mentre osteggiata da Fratelli d’Italia e Lega. Tra i contrari di Fratelli d’Italia, nel gruppo Ecr, Sergio Berlato, Carlo Fidanza, Pietro Fiocchi, Raffaele Fitto, Nicola Procaccini, Raffaele Stancanelli. I leghisti di Identità e Democrazia che hanno votato no sono Matteo Adinolfi, Simona Baldassarre, Alessandra Basso, Mara Bizzotto, Anna Bonfrisco, Paolo Borchia, Angelo Ciocca, Marco Campomenosi, Massimo Casanova, Susanna Ceccardi, Rosanna Conte, Gianantonio Da Re, Marco Dreosto, Valentino Grant, Gianna Gancia, Danilo Oscar Lancini, Elena Lizzi, Alessandro Panza, Luisa Regimenti, Antonio Rinaldi, Annalisa Tardino, Silvia Sardone, Isabella Tovaglieri, Lucia Vuolo, Stefania Zambelli, Marco Zanni.
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