La prova che sono davvero degli esaltati: una degli oltre 300 incriminati per l’assalto al Congresso ha chiesto di trasferire il suo processo in Texas, dove risiede, perché teme che a Washington si troverà di fronte una giuria troppo liberal e non imparziale.
Questi in pratica gli argomenti addotti dagli avvocati di Jenny Cudd, 36enne proprietaria di un negozio di fiori ed ex candidata sindaco di Midland, in Texas, che durante l’assalto al Congresso ha fatto una diretta video su Facebook, durante la quale, con una bandiera di Trump drappeggiata addosso, si diceva “orgogliosa” di aver partecipato “all’attacco con i patrioti”.
La donna è stata incriminata con cinque capi di imputazione, per i quali rischia una condanna fino a 20 anni, dei quali ora vorrebbe rispondere di fronte ad un tribunale in Texas e non nella capitale, appellandosi all’incompatibilità ambientale per l’esistenza di presunti “argomenti pregiudiziali di natura politica”.
“La pubblicità prima del processo ed i pregiudizi della comunità di Washington con ogni probabilità hanno avuto un effetto – sostengono gli avvocati – i fatti di questo caso sono incentrati su Donald Trump ed i suoi sostenitori, le prove sono emotivamente politiche in ogni aspetto”.
Nella richiesta, i legali di Cudd fanno esplicito riferimento all’orientamento politico a Washington, dove il 94% dei voti a novembre è andato a Joe Biden. A Midland i rapporti sarebbero ribaltati: il 77% ha votato per Trump, contro il 22% per Biden.
Argomenti: capitol hill covid-19