La Corea del Nord sfida ancora Biden: lanciati altri missili vietati dall’Onu
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La Corea del Nord sfida ancora Biden: lanciati altri missili vietati dall’Onu

La Corea non specifica di che tipo di missili si sia trattato ma il primo ministro giapponese Yoshihide Suga è stato categorico: “Sono missili balistici. il che minaccia la sicurezza del nostro Paese”

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25 Marzo 2021 - 09.09


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La Corea del Nord ha lanciato due missili balistici nel Mar del Giappone: lo hanno riferito il governo di Tokyo e quello statunitense, ed è una sfida aperta al presidente Joe Biden, il primo lancio di questo tipo da quando si è insediato alla Casa Bianca (l’ultimo risaliva esattamente a un anno fa, il 29 marzo del 2020).

Il Giappone ha fatto sapere che nessun detrito è caduto nelle sue acque territoriali. Il Consiglio di sicurezza sudcoreano si è riunito d’urgenza e ha espresso la sua “profonda preoccupazione”.

Pyongyang non può testare i missili balistici, vietati dalle risoluzioni Onu, ma da sempre utilizza i suoi test per provocare con una strategia mirata e attentamente calibrata. Sia il Giappone che la Corea del Sud hanno condannato il test, che segue di appena due giorni la notizia del lancio, avvenuto nel fine settimana, di missili da crociera nel Mar Giallo (ma questo tipo di missili non sono vietati dalle risoluzioni Onu).

Secondo lo Stato maggiore sudcoreano, i missili hanno percorso 450 chilometri e hanno raggiunto un’altitudine di 60 km. Seul non ha specificato di che tipo di missile si sia trattato, ma a Tokyo non hanno dubbi e il primo ministro giapponese Yoshihide Suga è stato categorico.

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“La Corea del Nord ha lanciato due missili balistici, il che minaccia la sicurezza del nostro Paese e della regione. È anche una violazione della risoluzione Onu”.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha infatti vietato alla Corea del Nord, che ha un programma nucleare molto avanzato, di sviluppare missili balistici, ma sotto la presidenza di Kim Jong Un, Pyongyang ha aumentato le sue capacità belliche e testato missili capaci addirittura di raggiungere il territorio degli Stati Uniti.

Dopo un rapporto tumultuoso e punteggiato da alti e bassi con Donald Trump, il dittatore nordcoreano è stato a lungo silente nelle prime settimane dell’amministrazione Biden, il cui insediamento ha riconosciuto solo nei giorni scorsi. Per cercare di ammansire il giovane dittatore, l’ex presidente Usa, aveva avviato una politica di seduzione, prima reagendo agli attacchi e agli insulti, e poi accettando di incontrare Kim in due storici vertici, a Singapore e ad Hanoi.
Da allora però poco è cambiato.

Ad un certo punto i contatti si sono addirittura interrotti e, nonostante un terzo incontro nella zona demilitarizzata che divide la penisola coreana, non ci sono stati progressi sostanziali verso la denuclearizzazione.
Ora gli Usa stanno cercando di riaprire il negoziato.

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Nei giorni scorsi, quando Pyongyang ha lanciato i due missili da crociera, poco dopo le esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud e la visita a Seoul del segretario di Stato americano, Antony Blinken, e della Difesa, Lloyd Austin, l’amministrazione Biden ha liquidato l’accaduto: “Business as usual”, ha tagliato corto. Resta da capire come gli Usa, che vogliono comunque riaprire il dialogo, reagiranno ora.

 

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