Il cardinale 'trumpiano' e omofobo Burke: "Anche nella chiesa l'agenda omosessuale domina"
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Il cardinale 'trumpiano' e omofobo Burke: "Anche nella chiesa l'agenda omosessuale domina"

L'esponente della destra ultra-tradizionalista a capo della fronda contro Papa Francesco critica (da destra) il no alla benedizione delle nozze gay pronunciato dalla congreg

Il cardinale Raymond Leo Burke e Matteo Salvini
Il cardinale Raymond Leo Burke e Matteo Salvini
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26 Marzo 2021 - 18.18


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Gli ultra-tradizionalisti non mollano: dopo la presa di posizione del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, che ha rimbrottato la congregazione vaticana per la Dottrina della fede per aver ribadito, in un “responsum” ad un “dubium”, il divieto di benedire coppie omosessuali in chiesa, (“Le madri benedicono i figli – ha detto – e la Chiesa è maestra ma anche madre”), lo stesso pronunciamento vaticano ha sollevato le riserve di un altro cardinale, l’ultraconservatore Raymond Leo Burke, ma per opposti motivi.
Il cardinale Burke, estimatore delle liturgie in latino, ora non ricopre più alcun incarico ufficiale in Vaticano. 
E’ sempre stato schierato con posizioni apertamente tradizionaliste, al punto da arrivare a criticare anche Benedetto XVI per una – ipotetica e piuttosto arzigogolata – apertura all’uso del preservativo da parte di un prostituto di sesso maschile, in particolare sullo sfondo della propagazione del virus dell’aids.
 Nettamente contrario a Joe Biden, e prima di lui ad altri politici cattolici democratici come John Kerry, grande estimatore di Donald Trump, Burke, nel tempo, ha anche stretto una consuetudine, poi interrotta, con l’ex stratega in capo della Casa Bianca Steve Bannon.
Intervistato da Raymond Arroyo per Ewtn, Burke, notoriamente uno dei capo-fila della fronda anti-bergogliana nella Curia romana, ha premesso che la dichiarazione della congregazione per la Dottrina della fede è “benvenuta”, e che “semplicemente dice quel che la Chiesa ha sempre detto e praticato sulle attrazioni dello stesso sesso quando portano ad atti intrinsecamente disordinati e non corrispondenti al piano divino. Non c’è alcuna sorpresa. Una qualifica che penso debba essere ulteriormente chiarita – ha però proseguito il porporato statunitense – è che la dichiarazione parla di ‘elementi positivi’ in tali relazioni: questo deve essere propriamente compreso, perché se si parla di ‘elementi positivi’ a prescindere dalle relazioni tra persone dello stesso sesso, ciò è comprensibile, in quanto le persone rimangono buone persone anche se vivono una vita disordinata e peccaminosa, ma se viene interpretato nel senso che la relazione stessa abbia degli elementi positivi, ciò sarebbe problematico”.
Quanto alle critiche che il pronunciamento vaticano ha suscitato anche tra diversi vescovi, in particolare in Europa settentrionale, si tratta di “espressioni di una mondanità presente anche nella Chiesa – ha detto Burke – e di una aggressiva agenda omosessuale ora dominante anche in alcuni circoli eccelsiali e anche tra alcuni vescovi, come il vescovo di Anversa”.
Infine, il cardinale ultraconservatore ha commentato un articolo della rivista “America” degli gesuiti statunitensi, che ha sostenuto che papa Francesco non sarebbe stato del tutto d’accordo con la dichiarazione della congregazione per la Dottrina della fede che pure è stata “approvata”, come ha comunicato il Vaticano, dal pontefice: nel dubbio, ha detto Burke, “la Santa Sede dovrebbe precisare che in effetti il papa ha approvato e sostiene” il responsum.

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