“Era solo umorismo”. Ha fatto marcia indietro l’uomo che aveva denunciato la presenza di ministri francesi ad alcune cene clandestine nel centro di Parigi. Lo ha fatto sapere tramite il suo avvocato, confermando implicitamente di essere Pierre-Jean Chalencon, proprietario del “Palais Vivienne”, locale nel centro della capitale francese. Chalencon dice di aver giocato con “il senso dell’assurdo” quando ha detto che dei ministri avevano partecipato a cene clandestine.
In un video spuntato fuori domenica, ma registrato lo scorso febbraio, Chalencon afferma che sarebbe presto venuto a una cena clandestina anche il portavoce del governo, Gabriel Attal. “Ho scoperto questo video ora su Twitter e sono assolutamente stupefatto”, ha risposto domenica sera Attal, il cui entourage ha sottolineato che “non conosce Chalencon e non ha ovviamente partecipato ad alcuna cena o serata” clandestina.
Il caso è scoppiato con uno speciale mandato in onda venerdì sera dal canale televisivo M6 e registrato con una telecamera nascosta, in cui un organizzatore di serate clandestini (Chalencon) ha ammesso che vi avevano partecipato membri dell’esecutivo, pur non identificandoli. Chalencon affermava nel video di aver “cenato questa settimana in due o tre ristoranti illegali con un certo numero di ministri”.
Le immagini diffuse da M6 mostrerebbero un evento, con tanto di menù compreso tra 160 e 490 euro, “in un ristorante sotterraneo in un quartiere bene”. Si vede che né i partecipanti né i camerieri indossano le mascherine.
Il canale televisivo ha anche ottenuto le riprese di una serata a pagamento, in cui si vedono decine di ospiti senza mascherine, alcuni dei quali si baciano, prima di condividere il menù a base di caviale e champagne. “Una volta che si varca la porta non c’è nessun Covid. Vogliamo che le persone si sentano a proprio agio. Questo è un club privato. Vogliamo che le persone si sentano a casa”, dice una delle persone interpellate.
L’hashtag #OnVeutLesNoms (#Vogliamo i nomi) è diventato di tendenza su Twitter. Più di 16.000 utenti vogliono sapere i nomi dei partecipanti e ne chiedono le dimissioni. La prefettura di Parigi ha aperto una indagine, chiesta anche dal ministro dell’Interno, Gerald Darmanin.
La sua vice delegata alla Cittadinanza, Marlene Schiappa, ha aggiunto che se si dovesse scoprire la partecipazione di componenti del governo a simili eventi non ci saranno sconti né privilegi”.
“Se ministri o deputati hanno infranto le regole, è necessario che ci siano multe e che siano sanzionati come qualsiasi altro cittadino”, ha sottolineato. “Non ci saranno privilegi per nessuno”, le ha fatto eco il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, che allo stesso tempo si è detto convinto che i suoi colleghi non abbiano partecipato alle cene e si è chiesto perché l’organizzatore non abbia fornito i nomi.
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