Si era dichiarata 'libera da Lgbt': la città polacca di Krasnik ha perso milioni di euro in finanziamenti esteri
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Si era dichiarata 'libera da Lgbt': la città polacca di Krasnik ha perso milioni di euro in finanziamenti esteri

Il sindaco, Wojciech Wilk, ha dichiarato di essersi molto pentito della scelta, perché tra le conseguenze della loro omofobia c'è stata la perdita di molti finanziamenti esteri. 

Il cartello che annunciava la Lgbt Free zone
Il cartello che annunciava la Lgbt Free zone
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14 Aprile 2021 - 16.21


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Krasnik, città del sud-est della Polonia, è uno di quei centri urbani che nel 2019 si proclamarono ‘liberi da Lgbt’, indicando che in quella città non vivevano persone Lgbtqi+ (cosa statisticamente molto improbabile). La decisione, che due anni fa veniva rivendicata con omofobo orgoglio, oggi costa cara alla cittadina di 32mila abitanti, tanto che il sindaco, Wojciech Wilk, ha dichiarato di essersi molto pentito della scelta, perché tra le conseguenze della loro omofobia c’è stata la perdita di molti finanziamenti esteri. 
Wilk ha dichiarato che la cittadina è diventata ‘lo zimbello d’Europa’ e che Krasnik è diventato sinonimo di ‘omofobia’. Ciononostante, Krasnik non è riuscito a fare un passo indietro, perché granm parte della popolazione, in maggioranza anziana e conservatrice, si è dichiarata ancora favorevole alla decisione. 
Tra le varie conseguenze ci sono state la decisione della città francese Nogent-sur-Oise di interrompere la collaborazione con Krasnik con cui aveva una tradizione di scambi culturali tra studenti; la ministra degli Esteri norvegese, Ine Eriksen Soreide, aveva annunciato che il suo paese avrebbe tolto alcuni fondi a Krasnik e alle altre città che avevano fatto dichiarazioni simili. Si tratta dei fondi EEA, ossia quei contributi versati da Norvegia, Islanda e Lichtenstein per ridurre le disparità sociali ed economiche all’interno dello Spazio Economico Europeo, di cui la Polonia è tra i principali beneficiari.

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