Il presidente Biden, volendo attuare la sua progressiva politica migratoria basata sull’ accoglienza e sull’ integrazione, ha scelto, prima che la sostanza, di cambiare la forma.
Infatti le due principali agenzie federali che si occupano di migranti da oggi mettono al bando dai propri documenti ufficiali termini considerati offensivi, e sostituiscono la formula ‘illegal alien’, straniero illegale, con quella “undocumented noncitizen”, non cittadino senza documenti.
Le nuove indicazioni, con cui l’amministrazione Biden intende dimostrare nel linguaggio la discontinuità con la politica anti-immigrazione di Donald Trump, sono contenute in due memo simili che oggi verranno diffusi, secondo quanto anticipato dal Washington Post, da Tae Johnson, capo dell’Immigration and Customs Enforcement, la famigerata Ice, e dal capo della Customs and Border Protection, Troy Miller.
Nei memo la lista dei termini da evitare, tra i quali anche “assimilation”, assimilazione, alla quale bisogna preferire invece “integrazione”.
La mossa, simile a quella che a febbraio era stata fatta dall’United States Citizenship and Immigration Service, intende affrontare quello che molti attivisti per i diritti dell’immigrazione definiscono un problema culturale all’interno delle agenzie federali che devono gestire il problema, dove si è registrato un forte il sostegno alle politiche anti immigranti dell’era Trump.
Cambiano i moduli negli Usa: non più 'straniero illegale' ma 'senza documenti'
Su impulso di Biden due agenzie federali che si occupano di migranti hanno messo al bando dai termini considerati offensivi
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19 Aprile 2021 - 16.35
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