L’eliseo ha annunciato che sette ex membri delle Brigate Rosse sono stati arrestati questa mattina in Francia a Parigi su richiesta dell’Italia, mentre altri tre sono in fuga e sono ricercati.
I dieci sono accusati di atti di terrorismo risalenti agli anni ’70 e ’80.
Tra gli arrestati c’è anche Giorgio Pietrostefani, fondatore con Adriano Sofri di Lotta Continua, condannato a 22 anni come mandante dell’omicidio Calabresi.
Il 9 aprile scorso la ministra della Giustizia italiana, Marta Cartabia, aveva incontrato Eric Dupond-Moretti, suo omologo francese, chiedendogli ufficialmente la consegna dei brigatisti, per i quali a maggio sarebbe scattata la prescrizione.
Secondo quanto apprende da fonti investigative francesi, i sette arrestati sono: Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua; Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. I tre in fuga sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.
L’operazione è stata condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l’Antiterrorismo della Polizia italiana e con l’esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.
L’azione era stata preparata da diversi giorni ed è stata realizzata in cooperazione dagli ufficiali di collegamento della polizia italiana a Parigi, che hanno operato in stretto contatto con la direzione antiterrorismo francese.
Gli arrestati sono in attesa di essere presentati al giudice per la comunicazione della richiesta di estradizione da parte dell’Italia.
Con gli arresti entra in forte crisi la ‘dottrina Mitterrand’, anche se dall’Eliseo precisano che la decisione del presidente Emmanuel Macron “si colloca strettamente nella logica della dottrina Mitterrand di accordare l’asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sangue”. La compilazione della lista dei 10 nomi (7 arrestati e 3 in fuga) è il frutto “di un importante lavoro preparatorio bilaterale, durato diversi mesi – ha sottolineato l’Eliseo – che ha portato a prendere in considerazione i reati più gravi”.