Dopo le denunce di immoralità da parte di una missionaria, Julia Serrano, Papa Francesco ha accettato le dimissioni del vescovo di Riobamba, in Ecuador, mons. Julio Parrilla Diaz, 75 anni, e del suo coadiutore, mons. Gerardo Miguel Nieves Loja, 58 anni, che gli sarebbe dovuto subentrare.
Mentre il Vaticano, come sua consuetudine, non ha reso noto i motivi delle dimissioni, in un articolo di fine gennaio pubblicato dalla rivista spagnola Religion digital, la religiosa denunciava lo stato di una diocesi nelle cui parrocchie le parrocchie erano state trasformate in “un supermercato di benedizioni e sacramenti” con tanto di “tariffe per messe e sacramenti”; “ai laici non viene proposto alcun incarico di responsabilità o decisione”; una diocesi, ancora, che “ha venduto la sua anima al proselitismo della religiosità popolare invece di evangelizzarla” dove “le processioni sono diventate un circo”; in cui “hanno portato le immagini della Vergine a spasso in elicottero per liberarci dal Covid-19” e “hanno portato il santissimo a fare una passeggiata, per le strade della città, su un carretto dei gelati in modo che Dio non ci punisse e ci liberasse dal Covid-19”; dove manca la trasparenza finanziaria attorno al locale ospedale e ad alcune terre di proprietà della diocesi; e dove, infine, diversi sacerdoti hanno figli, “alcuni riconosciuti e altri non riconosciuti”.
La conferenza episcopale dell’Ecuador ha reso noto che il papa ha nominato amministratore apostolico della diocesi mons. José Bolívar de Piedra Aguirre, vescovo ausiliare di Cuenca.