Israele è nettamente avanti con le vaccinazioni rispetto a tutti gli altri Paesi nel mondo, complice anche una modesta popolazione.
Ma basta al confine con la Palestina per accorgersi che i nemici storici, sono in grave difficoltà.
“Dobbiamo aiutare i palestinesi a vaccinarsi”. L’esortazione arriva dal direttore generale del ministero israeliano della Sanità, Chezy Levy, secondo il quale altrimenti si metteranno a rischio i buoni risultati della vaccinazione in Israele.
“Dobbiamo dargli o vendergli le nostre scorte, o aiutarli a trovare dei vaccini”, ha detto Levy all’emittente televisiva Kan. “Appena il governo deciderà, ci attiveremo rapidamente”, ha aggiunto.
Mentre Israele è uno dei paesi con il programma di vaccinazione più avanzato, l’Autorità palestinese (Anp) è riuscita a immunizzare completamente solo l’1% della popolazione, con il 3% che ha ricevuto la prima dose.
Israele ha provveduto a vaccinare 100mila lavoratori palestinesi impiegati in Israele o negli insediamenti, ma finora ha resistito a tutte le pressioni di organizzazioni internazionali per fare di più.
Il governo israeliano ha finora ribadito che in base al trattato di Oslo la sanità dipende dall’Anp e che la Striscia di Gaza è controllata da Hamas.
Israele ha condotto le vaccinazioni con Pfizer e Moderna. Secondo quanto riferisce Times of Israel, il paese dovrebbe ricevere ora 10 milioni di dosi di AstraZeneca che però non userà per il suo programma di vaccinazioni.
L’Anp ha finora ricevuto 271mila dosi da usare in Cisgiordania, di cui 100mila dalla Russia, 58mila dalla Cina. Il restante sono dosi AstraZeneca del meccanismo internazionale Covax. Gaza ha ricevuto 111mila dosi: 50mila tramite Covax, e 61 mila dosi di vaccino russo Sputnik (50mila donate dagli Emirati e mille dall’Anp). Nei Territori palestinesi vivono circa 4,5 milioni di persone.
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