In occasione della sfilata celebrativa della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, il presidente russo Valdimir Putin ha affermato: “La Russia difenderà sempre con fermezza i propri interessi nazionali”.
“La Russia difende senza tregua il diritto internazionale, ma allo stesso tempo garantiremo la sicurezza del nostro popolo”, ha ribadito Putin sottolineando come molte delle idee del nazismo “siano riemerse alla luce del sole”, come “i discorsi razzisti, di superiorità nazionale, di antisemitismo e di russofobia”.
“Il popolo sovietico ha rispettato il suo sacro giuramento, difeso la patria e liberato i Paesi europei dalla peste bruna”, ha concluso Putin che ha fatto delle cerimonie del 9 maggio uno dei simboli celebrativi della Russia accusando l’Occidente di volerne minimizzare il contributo alla vittoria contro il nazifascismo.
Di fatto, nella “Grande Guerra Patriottica” – come viene definita dai russi – l’Unione Sovietica ha pagato il più elevato tributo di sangue sia fra il personale militare che quello civile (anche perché il grosso dei combattimenti dopo il 1941 ne ha interessato il territorio); va anche detto però che la resistenza e infine la vittoria sovietica sono state rese possibili dall’assistenza logistica e militare degli Alleati, culminata nel 1944 con l’apertura del secondo fronte con lo sbarco in Normandia.