I repubblicani hanno usato il pugno duro contro i dissidenti della linea Trump, infatti come era atteso, i vertici hanno epurato Liz Cheney, rimuovendola dalla leadership del partito per le sue dure critiche a Donald Trump ed alle sue accuse di frodi elettorali.
E l’ex presidente ha immediatamente esultato per la mossa, che conferma come lui abbia saldamente nelle sue mani le redini del partito repubblicano.
“Liz Cheney è un essere umano acido, orribile”, ha scritto in una dichiarazione ricorrendo a termini offensivi, come Trump è solito fare soprattutto quando si trova degli avversari politici donne.
“L’ho vista ieri ed ho capito quanto fosse negativa per il partito repubblicano”, ha aggiunto riferendosi all’intervento in aula della repubblicana, in cui Cheney ha accusato il partito di rimanere in silenzio di fronte “alle bugie” dell’ex presidente che rischiano di “minare la democrazia”.
Infine, Trump ha accusato la figlia dell’ex vice presidente Dick Cheney di prestarsi ad “un’agenda politica dei democratici” tesa a distrarre, con le tensioni interne ai repubblicani, alle questioni come l’economia e la situazione al confine.
Dopo aver votato, insieme a altri 9 deputati repubblicani, per l’impeachment di Trump per i fatti del 6 gennaio, Cheney è diventata nelle ultime settimane l’obiettivo di un’offensiva condotta non più solo dai fedelissimi trumpiani, ma dalla maggioranza dei deputati, e dei vertici del partiti, che l’accusavano di non essere in grado, per le sue critiche a Trump, di guidare il partito alla vittoria alle elezioni di mid term il prossimo anno.
Nel suo ultimo discorso ieri in aula da leader, Cheney – che alle prossime primarie dovrà affrontare la sfida in Wisconsin di un candidato sostenuto da Trump – non aveva ceduto di un millimetro, anzi era passata all’attacco: “Rimanere in silenzio ed ignorare le bugie rafforza il bugiardo, io non rimarrò seduta a guardare in silenzio altri che guidano il nostro partito sulla strada che abbandona lo stato diritto e si uniscono alla crociata dell’ex presidente per minare nostra democrazia”.
“Ognuno di noi ha giurato di agire per impedire che venga minata la nostra democrazia, non è una questione di partito, è un nostro dovere come americani”, ha detto ancora la figlia dell’ex vice presidente Dick Cheney, che era considerata in grande ascesa all’interno del partito repubblicano fino a quando si è messa alla guida della piccola fronda anti Trump.
Per non essere accusati di rimuovere l’unica donna della leadership del partito, i repubblicani con ogni probabilità oggi al posto di Cheney eleggeranno presidente della conferenza Elise Stefanik, deputata newyorkese grande alleata di Trump.
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