L'accusa di D'Alema: "L'Occidente ha abbandonato la Palestina e Israele l'ha sottomessa"
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L'accusa di D'Alema: "L'Occidente ha abbandonato la Palestina e Israele l'ha sottomessa"

L'ex premier: "Gli ebrei godono dei pieni diritti; gli arabi si dividono in due categorie: gli arabi-israeliani, cittadini di serie B, ospiti dello Stato ebraico e Palestinesi, che vivono sotto occupazione militare"

Massimo D'Alema
Massimo D'Alema
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14 Maggio 2021 - 19.30


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Una accusa netta rispetto a chi ha lavorato per far prevalere i falchi a scapito di una pace giusta.


“Il tema del Medio Oriente, che ha al centro il conflitto israelo-palestinese, è un test decisivo per la coerenza dell’Occidente sul declamato tema del rispetto dei diritti.
Quello che sta avvenendo non è lo scontro tra due estremismi. Certo l’aggressione di Hamas contro Israele è intollerabile ma noi dobbiamo cercare di capire andando più in profondità: perché Hamas e l’islamismo sono diventati così forti e aggressivi? Perché per milioni e milioni di arabi, Erdogan è un riferimento irrinunciabile?”.


Lo ha domandato Massimo D’Alema, intervenendo all’assemblea nazionale di Articolo 1.
“Hamas ha preso forza – ha continuato l’ex ministro degli Esteri – perché i palestinesi sono stati traditi e abbandonati dall’Occidente.
La leadership palestinese, che si è spesa con una generosità quasi suicida in una politica di negoziati, di concessioni e collaborazione, non solo non ha ottenuto nulla ma è stata totalmente delegittimata.
Oramai il discorso sui due Stati lo possiamo fare qui da noi in Europa, perché fa parte del politically correct ma per loro non ha più alcun significato. E’ una pura finzione”.
“Tra la costa e il Giordano – ha puntualizzato l’ex premier – vivono ebrei e arabi, in un numero circa eguale ma c’è una differenza: gli ebrei vivono in grandi città moderne; gli arabi vivono in aree militarizzate circondate da filo spinato, torrette, mitragliatrici…
Gli ebrei godono dei pieni diritti; gli arabi si dividono in due categorie: gli arabi-israeliani, che sono cittadini di serie B, ospiti sostanzialmente dello Stato ebraico e poi ci sono i Palestinesi, che vivono sotto occupazione militare da anni. 
 “Si parla di Stato Palestinese – ha proseguito D’Alema – ma da parte di Israele procede la colonizzazione dei territori dove questo Stato dovrebbe essere costruito. L’annessione di Gerusalemme da parte del governo israeliano è stato un passo di un’enorme portata simbolica, accettata dagli Usa e dall’Europa e quindi di fatto ratificata. L’ultima crisi scoppia quando si realizza l’ennesima tappa della progressiva espulsione del popolo palestinese da Gerusalemme est ma Gerusalemme est, secondo le risoluzioni dell’Onu, è una città occupata e dalla quale Israele dovrebbe ritirarsi.
“Ma si sa bene che le Nazioni Unite valgono per alcuni e non per altri; le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono obbligatorie per certi, carta straccia per altri. Testi facoltativi. Mi sono permesso di descrivere la realtà come la vedono centinaia di milioni di persone che, a mio avviso, hanno anche ragione.
“O l’Occidente è in grado di restituire verità al tema dei due Stati – smontando gli insediamenti, revocare l’annessione di Gerusalemme – oppure parliamo d’altro, ovvero come si garantiscono i diritti dei palestinesi che vivono sotto l’occupazione di Israele e che, giustamente, descrivono la loro condizione come quella dell’apartheid.
“Con la differenza – ha detto ancora l’ex ministro degli Esteri – che Israele è l’unica potenza che non si fa carico degli occupati perché siamo noi europei a farcene carico. I contribuenti europei, ogni anno, danno un certi numero di milioni di euro per aiutare i palestinesi a mantenere in parte le loro istituzioni, per evitare che la situazione precipiti del tutto.
“Ecco il contesto in cui cresce Hamas, con la sua follia, la sua violenza ma il contesto è questo ed è tutto all’interno delle responsabilità del mondo occidentale. Questa è una verità che non si può più dire ma basterebbe leggere il rapporto di Human rights watch e di Amnesty international sulla Palestina. Se fossero stati scritti su Hong Kong avrebbero conquistato le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Invece non è così e sono stati ignorati o meglio censurati”ha concluso D’Alema.

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