Oscar Camps (Open arms) sui migranti a Ceuta: "Il ricatto di una dittatura senza scrupoli"
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Oscar Camps (Open arms) sui migranti a Ceuta: "Il ricatto di una dittatura senza scrupoli"

L'attivista accusa il Marocco: "Re Mohamed VI continua a comprare il silenzio di fronte all'occupazione illegale del Sahara e ottenere maggiori risorse"

Caos di migranti nell'enclave spagnolo di Ceuta
Caos di migranti nell'enclave spagnolo di Ceuta
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19 Maggio 2021 - 19.44


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Il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, ha commentato l’arrivo in appena 48 ore di migliaia di migranti, tra cui 1.500 minori, nell’enclave spagnola di Ceuta in Marocco, con il governo di Madrid che ha annunciato il respingimento di quasi 5mila persone.
“Più di 7mila persone hanno attraversato il confine meridionale, incoraggiate dallo stesso governo marocchino, in un altro degli innumerevoli ricatti del re Mohamed VI
per continuare a comprare il silenzio internazionale di fronte all’occupazione illegale del Sahara e ottenere maggiori risorse per consolidare la sua posizione”. 
“Questo non è solo un problema spagnolo – ha avvertito Camps – ma anche della politica migratoria europea, che non cerca di ridurre la disuguaglianza, l’impatto ambientale e la violenza locale causata da grandi esodi, ma condiziona gli aiuti per il controllo della migrazione, inasprendo i confini stranieri”.
Per il fondatore della ong spagnola non solo è “una pratica chiaramente criminale, in quanto viola i diritti umani e provoca migliaia di morti inutili, come quelle che abbiamo nel Mar Mediterraneo”, ma è anche “una politica fallimentare, come possiamo vedere ora con il caso di Ceuta, poiché a dittature senza scrupoli viene data un’arma di estorsione e ricatto”.
“‘Prendiamo atto di questo atteggiamento ingiusto’, il governo marocchino ha avvertito la Spagna – ha ricordato Camps – annunciando che ci sarebbero state ‘conseguenze’ per la presenza di Ghali nel territorio (in cura per Covid-19 e un vecchio cancro, ndr) e il rifiuto iniziale di aprire un processo contro di lui. E un gioco politico in cui chi perde di più è il popolo marocchino – ha concluso -, utilizzato come strumento di pressione, senza alcun riguardo per la propria disperazione e miseria, per il proprio diritto di aspirare a un futuro dignitoso”.

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