Parole che segnano un cambio di rotta rispetto all’asse Netanyahu-Trump che non potrà più esserci. Da un lato Netyanyahu non potrà essere il padrone assoluto della politica israeliana e dall’altro Biden – per quanto prudente – non darà più la totale copertura all’avventurismo della destra israeliana.
Il governo israeliano non può permettersi di ignorare gli appelli degli Stati Uniti per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: lo ha dichiarato il leader centrista – e di fatto premier incaricato – Yair Lapid, spiegando che lo Stato ebraico avrà bisogno dell’aiuto dell’amministrazione Biden in questioni ben più difficili.
“Biden voleva fermare le operazioni dopo 11 giorni, quando tutti gli obbiettivi militari erano ormai stati raggiunti: Israele non può ignorare questa richiesta”, ha detto Lapid.
“Ci troviamo di fronte a dei problemi molto più complessi che non Gaza – l’Iran, l’accordo sul nucleare, le tensioni in Siria e il rafforzamento di Hezbollah – e tutti richiedono una stretta collaborazione con gli americani”, ha concluso.
Lapid ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo esecutivo – dopo il fallito tentativo di Benjamin Netanyahu, attualmente premier ad interim – lo scorso 5 maggio, ma i negoziati per una nuova coalizione (che doveva comprendere anche i partiti arabo-israeliani) sono stati di fatto interrotti dallo scoppio delle ostilità.