La denuncia dell'Unicef: negli ultimi 11 giorni 65 bambini palestinesi uccisi e 540 feriti
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La denuncia dell'Unicef: negli ultimi 11 giorni 65 bambini palestinesi uccisi e 540 feriti

L'organizzazione per l'infanzia dell'Onu: "Per molti bambini, questo è stato il 4° conflitto che hanno vissuto. Nessun posto è sicuro per loro nella Striscia di Gaza"

Un bambino di Gaza
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21 Maggio 2021 - 15.27


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A Gaza, almeno 65 bambini palestinesi sono stati uccisi e altri 540 sono stati feriti in poco più di dieci giorni.
Ieri notte, all’undicesimo giorno di guerra, Israele e Hamas hanno dichiarato un cessate il fuoco unanime.
Lucia Elmi, Rappresentante Speciale dell’Unicef Italia ha espresso tutto il suo dolore attraverso una nota ufficiale.
“Siamo profondamente grati che un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sia entrato in vigore durante la notte, perché il numero di vittime è stato enorme.
Speriamo anche che una risoluzione alla violenza in corso, e alle cause della violenza, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, venga trovata il più presto possibile. Negli ultimi 11 giorni, sono arrivate notizie di almeno 65 bambini palestinesi uccisi e altri 540 feriti e di 2 bambini uccisi e 60 feriti in Israele.
Questi non sono numeri ma bambini, ragazzi e ragazze, come ogni altro nel mondo, e hanno sogni e aspirazioni. La maggior parte dei bambini uccisi si trovavano nelle loro case, dove avrebbero dovuto essere al sicuro. Ora non ci sono più. Le loro vite sono state interrotte, così come il loro futuro. Il bombardamento è stato così pesante che alcuni bambini sono rimasti sotto le macerie per ore prima di essere tirati fuori.
Circa 107.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case alla ricerca di un posto sicuro e con pochissimo preavviso.
Alcuni con solo i vestiti che avevano addosso. Alcuni hanno pianificato meglio e tutto ciò che hanno potuto prendere è stata una borsa, pronta per ogni evenienza. Tra gli sfollati, più di 9.000 famiglie si stanno rifugiando in 58 scuole dell’UNRWA in tutta la striscia di Gaza, il resto sta da parenti e amici.
Essere un bambino nella Striscia di Gaza è sempre stato estremamente difficile, anche prima dell’escalation. Per molti bambini, questo è stato il 4° conflitto che hanno vissuto. Nessun posto è sicuro per i bambini nella Striscia di Gaza”.
Ha poi continuato il comunicato dell’Unicef
“Prima dell’attuale ondata di violenze 1 bambino su 3 aveva bisogno di supporto per la salute mentale e psicosociale. Questo numero è senza dubbio aumentato negli ultimi giorni.
Anche le infrastrutture civili di base che fornivano servizi essenziali salvavita per i bambini nella Striscia di Gaza sono state fortemente danneggiate, fra cui: almeno 50 edifici scolastici e 20 strutture sanitarie. Circa il 50% delle reti idriche sono danneggiate. Quasi 800.000 persone non hanno accesso all’acqua corrente, poiché i pozzi e i serbatoi di acqua freatica, gli impianti di desalinizzazione e di trattamento delle acque reflue, le reti di distribuzione dell’acqua e le stazioni di pompaggio, hanno tutti subito danni significativi, esponendo i bambini al rischio di contrarre malattie legate all’acqua.
L’Unicef è sul campo sulla Striscia di Gaza da oltre quarant’anni. Insieme con i nostri partner umanitari, e dal primo giorno dell’attuale crisi, stiamo rispondendo ai crescenti bisogni di bambini e famiglie. Ecco alcuni esempi della nostra risposta finora e ce ne sono altri in programma: Sono state fornite medicine essenziali tra cui soluzione salina, glucosio, antibiotici, sali per la reidratazione orale e altri materiali medici di consumo”.
“Questi aiuti hanno lo scopo di sostenere la continuità dei servizi di salute materna, neonatale e dei bambini e per il trattamento dei feriti. Sono stati forniti serbatoi d’acqua e taniche per aiutare le famiglie ad accedere all’acqua. L’Unicef ha anche sostenuto le riparazioni immediate del sistema di approvvigionamento idrico. Sono stati forniti kit per l’istruzione e ricreativi e sostegno psicosociale diretto ai bambini e alle famiglie.
Per quanto riguarda ciò che è necessario ora, vorrei ribadire quanto segue: Una cessazione duratura delle ostilità da tutte le parti. Siamo grati per il fatto che un accordo di cessate il fuoco sia stato raggiunto durante la notte. Che possa durare a lungo. Questo permetterà alle famiglie di avere la tanto necessaria tregua e permetterà la consegna dell’assistenza umanitaria e l’accesso di personale alla Striscia di Gaza.
E, cosa importante, per il bene di tutti i bambini e del loro futuro, è il momento di raggiungere una soluzione pacifica di lungo termine al conflitto che dura da sette decenni. Qualsiasi soluzione politica che sarà raggiunta non dovrebbe e non può essere quella di ‘tornare a com’era prima’ perché ‘prima’ era insopportabile e insostenibile per tutti i bambini”.

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