Un gesto che può essere occasione di riappacificazione e rappresenta un esempio di equilibrio e rispetto tra popoli.
Dopo i gravi tumulti fra ebrei ed arabi avvenuti questo mese in alcune città di Israele, una famiglia araba ha deciso di donare gli organi del figlio a chiunque ne necessitasse, ebrei o arabi.
Giorni fa Muhammed Mahamid Kiwan (17 anni) è stato trovato ai bordi di una strada ferito gravemente alla testa da un proiettile sparato da ignoti.
Nella sua città Um el-Fahem (nel nord di Israele) la versione prevalente è che sia stato raggiunto accidentalmente da un colpo sparato da agenti contro un’automobile in fuga.
Ai funerali di Kiwan hanno partecipato molte migliaia di persone.
Oggi si è appreso che la famiglia, dopo essersi consultata con un religioso islamico, ha autorizzato il trapianto degli organi che sono andati a cinque ebrei e ad un bambino arabo. La settimana scorsa erano stati trapiantati anche gli organi di un ebreo linciato da arabi a Lod (Tel Aviv).
Fra i malati che avevano beneficiato di quella donazione vi era stata anche una donna palestinese di Gerusalemme est.
Questi episodi di umanità, sostiene la stampa, inducono a sperare che la coesistenza pacifica fra ebrei ed arabi prevarrà sui dissensi politici.
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