Mai dimenticare dove l’odio e il razzismo possono portare: il presidente Joe Biden è atteso a Tulsa, in Oklahoma, per commemorare il 100esimo anniversario del massacro contro la comunità di colore che ebbe luogo il 31 maggio del 1921.
Nei giorni scorsi, il dipartimento per la Sicurezza interna ha messo in guardia dai rischi che la ricorrenza possa essere un’occasione per nuove violenze da parte dei gruppi di suprematisti bianchi. Tuttavia, non sono state indicate minacce specifiche.
Esattamente cento anni fa, la città dell’Oklahoma fu teatro di uno degli episodi di violenza razziale più cruenti della storia americana.
I disordini scoppiarono dopo l’arresto di un ragazzo di colore, accusato (ma l’aggressione non fu mai provata) di avere assalito all’interno di un ascensore una ragazza bianca. La furia della folla di bianchi inferociti si riversò sul quartiere nero di Greenwood, un’area relativamente florida, definita all’epoca la ‘Wall Street nera’. Centinaia di abitanti neri di Greenwood furono massacrati e il quartiere ridotto in cenere.
L’annuncio della visita di Biden a Tulsa giunge dopo l’incontro, la scorsa settimana alla Casa Bianca, con la famiglia di George Floyd, nel primo anniversario della morte, per mano di un agente di polizia di Minneapolis. Un episodio che innescò una serie di proteste in tutta l’America.
La visita di Biden, inoltre, giunge a quasi un anno di distanza da quella del suo predecessore, Donald Trump, che proprio a Tulsa tenne il primo comizio della sua campagna presidenziale, dopo l’inizio della pandemia. L’evento fu allora aspramente criticato per il rischio di contagi.