Noi, in casa, al sicuro. “Loro”, in fuga. Abbandonati al proprio destino. Nelle mani di scafisti, trafficanti di esseri umani, aguzzini in uniforme. Venti giugno: Giornata Mondiale del Rifugiato. Un giorno di riflessione e di vergogna per l’Europa.
Il j’accuse di Grandi
Scrive Filippo Grandi, Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr): “Due giorni fa abbiamo annunciato che un numero senza precedenti di persone è stato costretto a fuggire dalle proprie case. Oltre 82,4 milioni di uomini, donne e bambini hanno visto il loro mondo capovolgersi a causa della guerra, della violenza e della persecuzione. Mentre noi abbiamo trascorso gran parte dell’ultimo anno a casa per rimanere al sicuro, loro sono dovuti fuggire dalle loro case per salvarsi la vita.
E mentre i leader mondiali sembrano incapaci o restii a fare la pace, sempre più persone costrette a fuggire ne pagano il prezzo. Solo negli ultimi tre anni, circa un milione di bambini sono nati in esilio. Cosa riserverà loro il futuro? Quali opportunità avranno per realizzare il loro potenziale?
La Giornata Mondiale del Rifugiato dovrebbe servire a ricordare ai politici la necessità di aumentare gli sforzi per prevenire e risolvere i conflitti e le crisi, e l’imperativo di proteggere le persone indipendentemente dalla loro etnia, dalla loro nazionalità, dal loro credo o da altre caratteristiche; la necessità di denunciare e combattere l’ingiustizia, invece di alimentare le divisioni e fomentare l’odio, di decidere di trovare soluzioni pragmatiche e durature alle crisi, invece di incolpare gli altri o diffamare le vittime. In poche parole, i leader devono farsi avanti e lavorare insieme per risolvere le sfide globali di oggi.
Ma la Giornata Mondiale del Rifugiato è anche un’opportunità per celebrare la forza d’animo dei rifugiati, coloro che hanno perso tutto, eppure vanno avanti, spesso portando le ferite visibili e invisibili della guerra e della persecuzione e l’ansia dell’esilio.
Negli ultimi mesi dominati dalla pandemia, abbiamo visto come i rifugiati – pur trovandosi nella condizione di avere bisogno e avere diritto alla protezione internazionale, alla sicurezza e al sostegno – restituiscono alle comunità che li hanno accolti le opportunità che hanno ricevuto.
Quando gli è stata data la possibilità, sono corsi in prima linea nella risposta al Covid-19 come medici, infermieri, addetti alle pulizie, operatori umanitari, assistenti, negozianti, educatori e molto altro ancora, fornendo servizi essenziali mentre tutti insieme combattevamo il virus. Abbiamo visto loro e le loro comunità ospitanti condividere altruisticamente le scarse risorse a disposizione e aiutare chi ne aveva più bisogno a risollevarsi.
Il mese prossimo, in un contesto diverso, dimostreranno cosa si può ottenere se sono inclusi nella società e viene dato loro accesso alle stesse opportunità di tutti noi: gli atleti rifugiati si avvicineranno alla linea di partenza per competere con i migliori del mondo alle Olimpiadi di Tokyo.
Quindi, nella Giornata Mondiale del Rifugiato, mentre ci fermiamo ad esprimere solidarietà con i rifugiati nelle nostre comunità e in tutto il mondo, spero che ognuno riconosca e ammiri la forza, la determinazione e i contributi delle persone costrette a fuggire. Io e i miei colleghi abbiamo il privilegio di essere testimoni della loro tenacia e dei loro successi tutti i giorni, e questo – specialmente oggi – dovrebbe essere una fonte di ispirazione per tutti, ovunque”, conclude Grandi.
In campo per una giusta causa
Sono molte le celebrità italiane che si sono unite all’ Unhcr, per la Giornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento annuale voluto dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era la loro vita per cercare salvezza in un altro paese. Greta Scarano è la protagonista dello spot ufficiale della campagna Insieme possiamo fare la differenza – Together we can do anything per chiedere la piena inclusione dei rifugiati in ogni ambito della società, dal lavoro allo studio allo sport. Inoltre, l’attrice ha raccontato attraverso un video la storia di Ruth. In fuga dal Congo, Ruth ha trovato protezione in Italia e nel nostro paese è riuscita a realizzare il sogno di diventare medico. Oggi collabora con l’Azienda Sanitaria del Piemonte anche nell’ambito dell’emergenza Covid 19, ed è presidentessa dell’Associazione Mosaico Azione dei Rifugiati per promuovere la piena integrazione dei rifugiati nella società. Il 20 giugno Alessandro Gassmann, Ambasciatore di Buona Volontà dell’Unhcr, Lino Guanciale, Lorena Bianchetti e Mia Ceran lasceranno i loro canali social per un takeover da parte di quattro rifugiati, Hanna, Ahmed, Rahmat e Joy, che racconteranno le loro storie. Hanna è rimasto ad Aleppo, sua città natale, per i primi cinque anni della crisi siriana. È fuggito in Libano con la sua famiglia prima di arrivare in Italia nel 2018 grazie ai corridoi umanitari della Tavola Valdese. Oggi Hanna è uno studente universitario che sogna di migliorare la vita delle persone attraverso il suo lavoro. Ahmed ha affrontato il difficile viaggio attraverso la Libia ed il Mediterraneo, approdando a Lampedusa nel 2011. Nonostante le difficoltà vissute nel primo periodo in Italia, Ahmed ha deciso di iscriversi all’Università di Torino, dove si è laureato con una tesi sul Darfur, la regione dalla quale era fuggito. Oggi Ahmed è impiegato presso un’azienda internazionale nel settore della sostenibilità. Joy cercava un luogo dove la sua vita non fosse in pericolo per il solo fatto di essere albina. Rapita e trafficata verso la Libia, Joy è arrivata in Italia nel 2016 e ha finalmente trovato protezione a Trento. Oggi è una studentessa universitaria al lavoro per preparare una tesi su migrazione ed integrazione. A 12 anni Rahmat si è incamminato da solo, in fuga dall’Afghanistan, per cercare un luogo dove poter essere al sicuro e costruire un futuro. A Bari è arrivato nascosto sotto le ruote di un Tir. Grazie al sostegno della comunità che lo ha accolto, Rahmat si è laureato in ingegneria meccanica presso l’Università di Napoli Federico II. Rahmat sogna di poter contribuire attraverso il suo lavoro alla crescita del settore tecnologico in Italia. A sostenere la campagna Insieme possiamo fare la differenza – Together we can do anything anche Nicole Grimaudo, Carolina Crescentini, Francesco Pannofino, Paola Saluzzi, Cecilia Dazzi, che attraverso i loro social hanno ricordato che la nostra forza è la solidarietà e che in un mondo interconnesso non saremo al sicuro fino a quando non lo siamo tutti, rimarca l’Unhcr in un comunicato. Oltre 82 milioni di persone al mondo, l’1% della popolazione globale, è in fuga da guerre e persecuzioni. I rifugiati sono studenti e insegnanti, sono atleti, sono cuochi, sono medici e infermieri. Portano con sé nella fuga un bagaglio di competenze che possono arricchire le comunità ospitanti, diventando risorse preziose per la società e per il bene comune. Insieme, possiamo costruire comunità più forti. Insieme possiamo fare la differenza. |