L'amarezza dei curdi: "Dalla coalizione anti-Daesh nessuna parola sul Rojava"
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L'amarezza dei curdi: "Dalla coalizione anti-Daesh nessuna parola sul Rojava"

Ylmaz Orkan, responsabile dell'Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia: "L'amministrazione autonoma del nord-est della Siria è osteggiata da Damasco, da Erdogan e dall'Iraq"

Unità delle Ypg controllano le postazioni dello Stato Islamico
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6 Luglio 2021 - 19.07


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Acclamati quando si trattava di combattere in prima fila l’Isis a Kobane come a Raqqa e adesso dimenticati.

 “Speravamo che la coalizione anti-Daesh che si è riunita a Roma due settimane fa a Roma potesse decidere qualcosa sull’apertura al commercio della zona del Rojava, che è di fatto sotto un triplice embargo turco, iracheno e siriano: così non è stato. Ora cinque milioni di persone rischiano di trovarsi in grave difficoltà”. 

Così Ylmaz Orkan, responsabile dell’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia (Uiki Onlus), intervenuto a una conferenza stampa organizzata alla Camera dei Deputati per fare il punto sulla situazione nel Kurdistan meridionale.

Con Rojava si intende l’Amministrazione autonoma della Siria del nord-Est, regione controllata da milizie curde e non riconosciuta da Damasco, che si è definita nel 2012 nel contesto della guerra civile siriana e sotto attacco di forze armate turche e di organizzazioni paramilitari affiliate almeno a partire dal 2018.

Parlando della regione, Orkan ha detto che il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan vi sta conducendo “una guerra totale”, non solo militare. “La portata del fiume Eufrate nella zona è stata ridotta artificialmente da 500 metri cubi di acqua al secondo a circa 200 e lo stesso sta avvenendo con il Tigri”, ha detto il responsabile, in riferimento ai due fiumi che attraversano la regione.

Leggi anche:  La Turchia 'ordina' al governo di Damasco di cacciare i curdi dalle aree del nord della Siria che controllano

Orkan ha quindi fatto appello “al governo e al parlamento italiano” e soprattutto “al parlamento europeo”, affinchè “organizzino dopo il 15 luglio una delegazione di deputati per visitare la regione”.

“Per anni noi abbiamo detto che Erdogan era una fascista e adesso anche un leader europeo come Mario Draghi ha detto che è un dittatore” ha aggiunto Orkan. “Per fermarlo serve l’impegno e la solidarietà della comunità internazionale”.

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