Nonostante sia probabilmente uno dei paesi più in difficoltà a causa della pandemia, alcune parti del Brasile sembrano essere sprezzanti del pericolo. E il complottista e no-vax Bolsonaro ringrazia.
Il governo dello stato di San Paolo ha autorizzato la partecipazione ai concerti, agli eventi sportivi e ai locali notturni a partire dall’1 novembre prossimo, come è stato annunciato in settimana durante una conferenza stampa.
La riapertura resta però soggetta al rispetto di vari di protocolli sanitari.
La scommessa si basa sul fatto che almeno il 90% della popolazione adulta abbia completato la vaccinazione contro il covid-19, come ha spiegato dal Palácio dos Bandeirantes la ministra per lo Sviluppo economico dello stato, Patricia Ellen:
“Gli eventi vengono consentiti in modo da non prevedere alcun limite alla capienza, ma resta l’obbligo di mantenere la distanza interpersonale. Quindi, il calcolo della capienza deve essere comunque effettuato in base a questo, perché non possono formarsi assembramenti. Resta poi l’obbligo di usare le mascherine”, ha chiarito Ellen.
Il governo di San Paolo intende poi creare una sorta di “passaporto vaccinale”, in modo da condizionare l’ingresso in un luogo pubblico all’avvenuta vaccinazione. “Stiamo discutendo su come fare per implementare tale documento, che sarà una questione dei prossimi mesi. Stiamo maturando questa idea”, ha confermato Paulo Menezes, coordinatore del Centro di emergenza Covid-19.
A Rio de Janeiro invece il ritorno al 100% del pubblico negli stadi, così come nelle discoteche, nelle sale da concerto e alle feste in aree chiuse è prevista prima, il 17 ottobre. Tuttavia, a partire dal 2 settembre, questi luoghi potranno ricevere fino al 50% dei visitatori. Il piano del governo della città di Rio prevede che solo le persone completamente vaccinate possano accedervi.
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