Burke, il cardinale no-vax e fan di Trump ricoverato per Covid
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Burke, il cardinale no-vax e fan di Trump ricoverato per Covid

Ultraconservatore, è tra i capofila dell'opposizione curiale a papa Francesco: "Pregate per me per favore mentre inizio la mia guarigione. Crediamo nella Divina provvidenza. Dio vi benedica".

Il cardinale Raymond Leo Burke e Matteo Salvini
Il cardinale Raymond Leo Burke e Matteo Salvini
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11 Agosto 2021 - 12.56


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Ora sarà curato mentre – se fosse stato coerente – avrebbe dovuto rinunciare alle cure e affidarsi al signore.

 Il cardinale statunitense Raymond Leo Burke, vocalmente scettico nei confronti dei vaccini, è risultato positivo al coronavirus ed è sotto cure mediche.

“Sia lodato Gesù Cristo”, scrive il porporato su Twitter.

“Desidero informarvi che sono recentemente risultato positivo al cirus Covid-19. Grazie a Dio sto riposando comodamente e sto ricevendo cure mediche eccellenti. Pregate per me per favore mentre inizio la mia guarigione. Crediamo nella Divina provvidenza. Dio vi benedica”.

Nel corso delle scorse ore si era diffusa sui social network la notizia che il porporato era positivo al Covid, ma la sorella del cardinale l’aveva smentita.

Burke è stato prefetto della Segnatura apostolica e risiede tuttora a Roma. Ultraconservatore, è tra i capofila dell’opposizione curiale a papa Francesco, oltre ad essere stato un entusiasta sostenitore dell’ex presidente statunitense Donald Trump ed un critico indefesso del presidente Joe Biden.

In un incontro a Roma del maggio 2020, riportato dal sito tradizionalista Lifesitenews, esprimeva tutti i suoi dubbi nei confronti del vaccino anti-Covid: “Deve essere chiaro che la stessa vaccinazione non può essere imposta, in modo totalitario, ai cittadini”, affermava Burke, che riportava anche l’opinione di alcuni secondo i quali “una sorta di microchip che deve essere posto sotto la pelle di ogni persona, in modo che in qualsiasi momento possa essere controllata dallo Stato in merito alla salute e ad altre questioni che possiamo solo immaginare”. Ad ogni modo, “deve essere chiaro che non è mai moralmente giustificato sviluppare vaccini tramite l’uso di linee cellulare di feti abortiti”, una posizione smentita l’anno scorso dalla congregazione per la Dottrina della fede.

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