Parla lontano dalla tragedia e cerca di difendere il padre.
Mentre in Afghanistan l’ormai ex presidente Ashraf Ghani ha lasciato il paese per rifugiarsi negli Emirati Arabi Uniti, dall’altra parte del mondo, e più precisamente a New York, sua figlia Mariam vive e lavora come artista a 360 gradi.
Le opere della 43enne sono state esposte al Guggenheim, al MoMa e alla Tate Modern di Londra, mente alcune pellicole cinematografiche proiettate al Festival internazionale del cinema di Berlino.
La vita “secondo i cliché di Brooklyn” – La ragazza è nata e cresciuta in America, nel Maryland, ma si è trasferita nella Grande Mela per studiare alla New York University.
Ora vive in un loft a Clinton Hill e segue – come lei stessa ha dichiarato in un’intervista del 2015 al New York Post – “uno stile di vita che rispecchia tutti i cliché di Brooklyn”.
“Arrabbiata e spaventata” per la situazione in Afghanistan – Sul suo profilo Instagram, Mariam Ghani ha voluto condividere le sue preoccupazioni inerenti alla situazione del suo Paese natale: “Sono arrabbiata e spaventata per la famiglia, i colleghi e gli amici abbandonati in Afghanistan, e sto lavorando intensamente per aiutarli in ogni modo”.
L’artista ha poi indicato i possibili modi per sostenere donazioni e campagne a favore dei rifugiati.
Il silenzio sui 169 milioni di dollari “rubati” – Sia Mariam che suo fratello minore Tarek, 39 anni e una cattedra in Economia alla Wasghington University di St. Louis, sono stati interrogati dai media americani in riferimento ai presunti 169 milioni di dollari che il padre avrebbe portato via durante la sua fuga negli Emirati Arabi.
I due hanno preferito non rilasciare commenti, mentre l’ex presidente ha già respinto le accuse che erano state avanzate dall’ambasciata russa di Kabul.
