L’approdo di Joe Biden alla Casa Bianca era stato salutato con entusiasmo nelle cancellerie europee, con la speranza che, dopo la fase isolazionista di Donald Trump, Washington si riaprisse al mondo rinsaldando le alleanze.
“L’America è tornata”, aveva assicurato Biden il 4 febbraio in un discorso al Dipartimento di Stato pochi giorni dopo l’insediamento, “la diplomazia è tornata al centro della nostra politica estera”.
Le nuove priorità
Il discorso di martedì sera sull’Afghanistan ha però chiarito le nuove priorità dell’amministrazione Biden che come lui stesso ha sottolineato segnano la fine di un’era politica: “D’ora in avanti saremo concentrati su ciò che conta davvero per l’interesse nazionale e il futuro dell’America. E’ finita l’era delle grandi guerre per rimodellare le nazioni”.
Quindi basta costosi interventi militari con le truppe sul terreno per far posto ad azioni mirate, per lo più con i droni, e a una forte azione diplomatica, nella consapevolezza che ci sono nuove minacce e nuove priorità in politica estera, a partire dalla sfida di Cina e Russia.
Cosa aveva detto
Eppure già nel discorso del presidente di sette mesi fa alcuni di questi questi concetti trasparivano in controluce: “Ripareremo le nostre alleanze e ci impegneremo di nuovo con il mondo per rispondere non alle sfide di ieri, ma a quelle di oggi e di domani”, aveva detto Biden sottolineando che “la leadership americana deve far fronte alla nuova realtà riguardante l’avanzata dei regimi autoritari, quindi deve affrontare anche la crescente ambizione della Cina di competere con gli Usa e la determinazione della Russia nel colpire la nostra democrazia”.
“Le nostre alleanze sono il nostro più grande asset”
“Saremo in prima linea partendo da una posizione di forza per ricostruire meglio a casa nostra, collaborando con i nostri alleati e i nostri partner, rinnovando il nostro ruolo nelle istituzioni internazionali e recuperando la nostra credibilità e autorità morale che in gran parte abbiamo perso”, aveva aggiunto Biden. “Le alleanze dell’America – aveva sottolineato – sono il nostro più grande asset ed essere attivi diplomaticamente significa essere accanto ai nostri alleati e partner. Essere leader a livello diplomatico significa anche indurre i nostri avversari e rivali a impegnarsi dal punto di vista diplomatico, là dove vi è un interesse per l’America in questo senso. Motivo per il quale gli Usa e la Russia hanno trovato l’accordo per l’estensione del trattato Start per altri 5 anni”.
La linea sulla Cina
Nel discorso pronunciato il 29 aprile, a 100 giorni dall’insediamento, Biden aveva poi assicurato che gli Stati Uniti affronteranno con gli alleati le sfide sul nucleare iraniano e della Corea del Nord. Quanto alla Cina, aveva detto, gli Usa non cercano il conflitto. “Ma difenderemo gli interessi americani nel mondo”, aveva ribadito Biden, “e manterremo una forte presenza nell’Indo-Pacifico: non per iniziare un conflitto ma per prevenirlo”.