I talebani ci danno ordini? "L'Italia ci riconosca e riapra la sua ambasciata”
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I talebani ci danno ordini? "L'Italia ci riconosca e riapra la sua ambasciata”

Il portavoce Zabiullah Mujahid: “Vogliamo ristabilire buone relazioni con l’Italia, il vostro è un Paese importantissimo per noi per la sua cultura e la storia della filosofia"

Il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid
Il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid
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2 Settembre 2021 - 09.25


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Molte volte si è detto che la via migliore con i talebani fosse il dialogo.

Molti sono a favore, altri contrari, ma adesso il messaggio arriva direttamente da loro.

“Spero che l’Italia riconosca il nostro Governo islamico e che riapra presto la sua ambasciata”.

A dirlo è il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, che aggiunge: “Vogliamo ristabilire buone relazioni con l’Italia, il vostro è un Paese importantissimo per noi per la sua cultura e la storia della filosofia. Questo per noi è essenziale”.

La ricostruzione. “Quello afghano è un popolo valoroso che ha saputo sacrificarsi per vincere questa lunga guerra. Ora c’è un Paese da ricostruire” afferma.

“Abbiamo bisogno di sicurezza, rilancio economico e nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda la sicurezza, posso affermare che grazie al ritiro degli americani e alle nostre forze dell’ordine il problema è risolto.

Rimane in salita la lotta alla disoccupazione e la creazione di un vero e proprio rilancio economico”… “Tutti i soldi sono stati spesi per la guerra, ora è tempo di ricostruire. Per questo abbiamo bisogno di migliorare le nostre relazioni internazionali e accreditarci davanti ai governi di tutto il mondo. Siamo consapevoli che abbiamo davanti un lavoro enorme, ma stiamo ponendo le basi per una profonda trasformazione del Paese”.

Il nuovo Governo. Davanti ai talebani la sfida di costituire un Governo, “abbiamo già trovato un’intesa con i mujahiddin ma il grande punto interrogativo rimane la nostra gente del Panshir. Purtroppo il dialogo non sta dando i frutti sperati”. Ieri l’ultimatum, “gli abbiamo chiesto di arrendersi, altrimenti saranno schiacciati”.

Le donne. Non ci saranno donne nel Governo, “non come ministro – dice Mujahid – ma seguendo i comandamenti del Corano e sotto la legge della sharia le donne potrebbero, ad esempio, lavorare nei ministeri, nel corpo della polizia o, ad esempio, nella magistratura come assistenti. Vedo le donne protagoniste della società afghana. Abbiamo tantissime donne che lavorano negli ospedali, sono delle bravissime e valide infermiere”.

L’economia. “Quando il nuovo gabinetto e i ministeri torneranno operativi, allora le banche, i confini e il sistema economico tornerà a funzionare come prima” assicura Mijahid. “Ci sono un sacco di investitori che vorrebbero venire in Afghanistan, ma prima bisogna avere uno stato di sicurezza sufficiente. Abbiamo pensato a tutto”.

Le relazioni internazionali. Il portavoce dei talebani non nasconde che la Cina  è l’interlocutore privilegiato: ”È il nostro partner principale e rappresenta per noi una fondamentale e straordinaria opportunità poiché è disponibile a investire e ricostruire il nostro Paese.

Teniamo moltissimo al progetto “One belt, one road” che porterà a rivivere l’antica Via della seta. Inoltre possediamo ricche miniere di rame che grazie ai cinesi potranno tornare in vita ed essere modernizzate. Infine la Cina rappresenta il nostro lasciapassare verso i mercati di tutto il mondo”.

Poi c’è la Russia, “le relazioni con Mosca sono principalmente politiche ed economiche. La Russia continua a mediare per noi e con noi per creare le condizioni per una pace internazionale”.

Poi ci sono Qatar e Turchia, che “si stanno occupando della rimessa in moto dell’aeroporto”.

 

 

 

 

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