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Nuove terrificanti rivelazioni sull’amministrazione Trump sulle sue azioni (folli) di governo, e chissà quante ne usciranno ancora nel tempo.
Negli ultimi mesi dell’amministrazione Trump, il capo degli Stati Maggiori Riuniti, il generale Mark Milley, era così spaventato che il presidente potesse far scoppiare una guerra con la Cina che ha avuto, in due diverse occasioni, contatti segreti con il capo dell’Esercito popolare, il generale Li Zuocheng.
E’ quanto rivela Bob Woodward, nel suo nuovo libro firmato insieme ad un altro giornalista del Washington Post
Negli ultimi mesi dell’amministrazione Trump, il capo degli Stati Maggiori Riuniti, il generale Mark Milley, era così spaventato che il presidente potesse far scoppiare una guerra con la Cina che ha avuto, in due diverse occasioni, contatti segreti con il capo dell’Esercito popolare, il generale Li Zuocheng.
E’ quanto rivela Bob Woodward, nel suo nuovo libro firmato insieme ad un altro giornalista del Washington Post
Robert Costa, precisando che il capo delle forze armate americane in queste telefonate ha rassicurato il generale cinese riguardo al fatto che Washington non avrebbe attaccato Pechino.
Nel nuovo libro firmato dal famoso giornalista del Watergate, si danno anche le date di queste telefonate, il 30 ottobre, cioè quattro giorni prima delle elezioni, e l’8 gennaio, due giorni dopo il drammatico assalto al Congresso da parte dei sostenitori di Donald Trump nel tentativo di impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden.
La prima telefonata, ricostruisce il libro intitolato “Peril’, pericolo, in uscita la prossima settimana, Milley l’ha fatta dopo aver letto un rapporto di intelligence che evidenziava come i cinesi pensavano che gli americani stavano preparando un attacco, alla luce delle tensioni per le esercitazioni nel Mar Cinese meridionale e la retorica belligerante di Trump.
“Generale Li, voglio garantire che il governo americano è stabile e tutto va bene, non attaccheremo né condurremo operazioni cinetiche contro di voi”, ha detto il generale americano nella telefonata, arrivando addirittura ad assicurare che in caso contrario l’avrebbe avvisato. “Generale Li, noi ci conosciamo ormai da cinque anni – avrebbe detto – se dovessimo attaccare, io l’avviserei, non sarebbe una sorpresa”.
Nella seconda telefonata, dopo l’assalto al Congresso, Milley ha dovuto rassicurare il cinese sul fatto che la democrazia negli Usa rimaneva “al 100% stabile, tutto è a posto, ma le democrazie a volte possono essere caotiche”. Il generale Milley non riferì a Trump delle conversazioni con il generale Li, anche perché convinto che il presidente dopo la sconfitta elettorale era diventato troppo instabile a livello mentale. Cosa che Milley riferì alla Speaker Nancy Pelosi in una telefonata, avvenuta sempre l’8 gennaio, di cui gli autori del libro hanno ottenuto una trascrizione.
Argomenti: donald trump