E’ morto la notte scorsa all’età di 84 anni Abdealziz Bouteflika, ex presidente che ha governato l’Algeria per 20 anni prima che due mesi di mobilitazioni popolari lo costringessero alle dimissioni e a rinunciare a candidarsi per un quinto mandato.
A darne notizia, una nota della presidenza algerina, che non ha specificato i motivi del decesso.
Che Bouteflika fosse malato da tempo però non era un mistero. Nel 2013 era stato colpito da un ictus che lo aveva lasciato invalido: costretto su una sedia a rotelle, aveva anche perso l’uso della parola, e così negli ultimi anni della sua presidenza le apparizioni pubbliche si erano fatte sempre più rare.
Bouteflika è considerato uno degli eroi della guerra d’indipendenza dell’Algeria dalla Francia coloniale.
Nacque nel 1937 e crebbe assieme ai cinque fratelli a Oujda, in Marocco, da genitori di origine algerina.
All’età di 19 anni decise di unirsi all’Esercito di liberazione nazionale (Aln), dopo un appello lanciato ai giovani algerini dal Fronte di liberazione nazionale (Fln), da dove iniziò la sua carriera politica. Dopo l’indipendenza dalla Francia, nel 1962, a 25 anni Bouteflika fu nominato prima ministro Della Gioventù, dello sport e del turismo e poi ministro degli Affari esteri nel governo del primo presidente Ahmed Ben Bella.
Negli anni della guerra fredda fu tra le principali figure a traghettare l’Algeria nell’alleanza dei paesi non allineati e post-coloniali.
Giocò un ruolo importante nel dare riconoscimento internazionale alla causa palestinese, alla lotta all’apartheid in Sudafrica e si fece promotore del seggio alla Cina al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Sul piano interno, Bouteflika fu invece tra i principali artefici del colpo di Stato che nel 1965 rovesciò il presidente Ben Bella favorendo l’ascesa di Houari Boumediene. Negli anni Ottanta, quando la fortuna politica di quest’ultimo tramontò, Bouteflika andò in esilio all’estero e fece ritorno negli anni della guerra civile che vide l’esercito scontrarsi con il Fronte islamico di salvezza (Fis).
Fu tra i negoziatori della tregua e nel 1999 assunse la carica di capo dello Stato, promettendo la pacificazione nazionale.
A porre fine alla sua presidenza, oltre ai problemi di salute ha contribuito l’hirak, il movimento popolare che il 22 febbraio 2019, dopo l’annuncio del presidente di volersi ricandidare per un altro quinquennio, ha portato migliaia di algerini a protestare nelle principali città del paese.
La popolazione denunciava la gestione personalistica del potere e la corruzione nelle istituzioni e chiedeva un rinnovo della classe politica per rispondere a problemi come la disoccupazione, la mancanza di prospettive per i giovani e l’assenza di istruzione, sanità e altri servizi.
Dopo le dimissioni di Bouteflika, le autorità di Algeri hanno avviato una serie di inchieste contro le figure a lui più vicine nel tentativo di sedare le proteste, che però non si sono ancora del tutto fermate. Tra gli arrestati c’è anche il fratello dell’ex presidente, Saied Bouteflika, condannato a 15 anni per corruzione.
Morto Bouteflika, l'ex presidente che ha comandato l'Algeria per 20 anni
Ebbe a lungo il potere prima che due mesi di mobilitazioni popolari lo costringessero alle dimissioni e a rinunciare a candidarsi per un quinto mandato.
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18 Settembre 2021 - 10.49
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