Il report sugli abusi nella Chiesa francese è allarmante: 216mila vittime in 70 anni
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Il report sugli abusi nella Chiesa francese è allarmante: 216mila vittime in 70 anni

Il presidente della Commissione indipendente Jean-Marc Sauvé: "La Chiesa cattolica ha manifestato una profonda e crudele indifferenza nei confronti delle vittime"

Pedofilia, Chiesa
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5 Ottobre 2021 - 11.56


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Il dato è allarmante perché le vittime di pedofilia nella Chiesa francese, dal 1950 ad oggi, sono state 216mila. Ciò che emerge dal rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali voluto dai vescovi francesi.
In questi 70 anni i preti pedofili sono stati fra i 2.900 e i 3.200. Secondo il presidente della Commissione, “la Chiesa cattolica ha manifestato fino all’inizio degli anni 2000 un’indifferenza profonda ed anche crudele nei confronti delle vittime”.
Carattere “sistemico” degli abusi
I “silenzi” e le “mancanze” della Chiesa cattolica dinanzi agli atti di pedocriminalità perpetrati al suo interno dagli anni Cinquanta presentano un carattere “sistemico”.
“La Commissione ha lungamente deliberato ed è giunta ad una conclusione unanime: la Chiesa non ha saputo vedere, non ha saputo sentire, non ha saputo captare i segnali deboli”, ha dichiarato il presidente della Commissione indipendente Jean-Marc Sauvé.
 “Le vittime non vengono credute e ascoltate”
Dal 1950 al 2000, ha aggiunto Sauvé, “le vittime non vengono credute, ascoltate e si ritiene abbiano un po’ contribuito a quello che è accaduto loro”. La Commissione ha proposto di “riconoscere la responsabilità della Chiesa”. Il primo principio raccomandato consiste nel “riconoscere la responsabilità della Chiesa in ciò che è successo dalle sue origini”.
 “La Chiesa ha il dovere di risarcire i danni”
Sauvé ha lanciato un appello alla Chiesa a fornire “riparazioni” finanziarie a tutte le vittime di violenze sessuali al suo interno dal 1950 in Francia. “Bisogna risarcire i danni subiti dalle vittime anche al di là dei danni identificati, caratterizzati della Chiesa”, ha detto, auspicando che l’indennizzo non venga considerato come “un dono” ma come qualcosa di “dovuto” dalla Chiesa.

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