Cresce il divario con l’Ue sui livelli di istruzione: in Italia i laureati sono il 20%, in Europa il 32,8%
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Cresce il divario con l’Ue sui livelli di istruzione: in Italia i laureati sono il 20%, in Europa il 32,8%

Le donne laureate in discipline scientifiche sono la metà degli uomini. Nel 2020, 543mila italiani hanno abbandonato gli studi nella fascia 18-24 anni

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8 Ottobre 2021 - 15.32


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In Italia solo il 20,1% della popolazione (di 25-64 anni) possiede una laurea contro il 32,8% nell’Ue: sta crescendo il divario con l’Unione Europea sui livelli di istruzione.
È quanto emerge dal Report Istat sui livelli di istruzione relativamente al 2020. In Italia, nel 2020, la quota di diplomati è pari a 62,9% (+0,7 punti rispetto al 2019), un valore decisamente inferiore a quello medio europeo (79% nell’Ue27) e a quello di alcuni tra i più grandi paesi dell’Unione.
In Italia, nel 2020, la quota di diplomati è pari a 62,9% (+0,7 punti rispetto al 2019), un valore decisamente inferiore a quello medio europeo (79% nell’Ue27) e a quello di alcuni tra i più grandi paesi dell’Unione.
Le donne laureate in discipline scientifiche sono la metà degli uomini
Nel 2020, il 24,9% dei laureati (25-34enni) ha una laurea nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche; le cosiddette lauree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
Il divario di genere è molto importante, se si considera che tra i ragazzi si tratta di un laureato su tre, tra le ragazze solo una su sei. La quota di laureati in discipline STEM è simile nel Centro e nel Mezzogiorno (23,7% e 23%, rispettivamente), mentre è più elevata nel Nord. E’ quanto emerge dal Report Istat sui “Livelli di istruzione”.
Anche nel 2020 si conferma il calo del livello di istruzione degli stranieri che si contrappone alla progressiva crescita di quello dei cittadini italiani. E’ quanto emerge nel Report dell’Istat sui livelli di istruzione diffuso oggi. Se nel 2008 la quota di popolazione con almeno un titolo secondario superiore era uguale per italiani e stranieri (di poco superiore al 53%), nel 2020 quella degli italiani è di 18 punti più elevata (64,8% contro 46,7%); la differenza è di 10 punti (era di soli 2 punti nel 2008) tra i laureati (21,2% contro 11,5%). Il livello di istruzione degli stranieri si differenzia molto per cittadinanza. Nella comunità più consistente in Italia, quella dei rumeni, il 61% possiede almeno il diploma e circa l′8% è laureato.
Tra le altre cittadinanze con maggiore presenza in Italia, l’ucraina ha i livelli di istruzione più elevati (il 22,5% è laureato), mentre i marocchini e i cinesi con almeno un diploma non superano uno su cinque e soltanto il 5% circa è laureato. Il gap di cittadinanza nei livelli di istruzione è ampio anche nella media Ue, seppur con sostanziali differenze tra i paesi. Tuttavia, a differenza di quanto avviene nella media Ue e nei principali paesi europei, dove il livello di istruzione degli stranieri ha registrato importanti aumenti nel corso del tempo, in Italia la quota di stranieri con almeno un titolo di studio secondario superiore, stazionaria nel periodo 2008-2014, si è successivamente molto ridotta e la quota di chi ha un titolo terziario è rimasta invariata.
Ciò può trovare diverse ragioni connesse ai mutamenti nella geografia delle provenienze e delle destinazioni delle migrazioni, nelle differenti motivazioni alla migrazione e nelle politiche migratorie. Può influire certamente anche l’attrattività del paese in termini di opportunità lavorative offerte ai migranti e dunque la sua capacità di non restare, per i migranti più qualificati, solo un paese di transito migratorio.

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