Draghi: "Con la Polonia non c'è alternativa, i Trattati Ue sono una fonte primaria del diritto"
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Draghi: "Con la Polonia non c'è alternativa, i Trattati Ue sono una fonte primaria del diritto"

Il premier italiano: "È stata messa in discussione la legge primaria dell'Unione europea, il Trattato e non una legge secondaria come in altri casi"

Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
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22 Ottobre 2021 - 19.49


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Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa al termine dei lavori del Consiglio Europeo a Bruxelles dove si è discusso della delicata questione della Polonia, ha dichiarato che “c’è stata una discussione approfondita con punti di vista diversi, ma non si è registrato nessun cambiamento di quella che è la procedura seguita dalla Commissione europea”. 
“L’essenza della discussione sulla Polonia è che non ci sono alternative” ha aggiunto Draghi. “È stata messa in discussione la legge primaria dell’Unione europea, il Trattato e non una legge secondaria come in altri casi” ha chiarito Draghi. Per Draghi nel momento in cui è messa in discussione la base dell’Unione europea “bisogna andare avanti”. Per il premier, tuttavia, è “necessario mantenere un dialogo con la Polonia, una strada politica aperta” pur nell’estrema chiarezza della volontà di difendere i principi dell’Unione europea.
Lo scorso 7 novembre la Polonia ha dichiarato incompatibili con la Costituzione polacca alcuni articoli dei Trattati europei. In particolare, l’Ue contesta a Varsavia le riforme in ambito giudiziario varate dal governo di Moriawiecki che, secondo Bruxelles, minacciano la democrazia in Polonia. Non dobbiamo dimenticare anche che il Paese dell’Est è stato ripreso più volte dall’Ue, per i rischi per l’indipendenza dei media, le restrizioni sul diritto all’aborto, le politiche discriminatorie verso le persone omosessuali.
La disputa è particolarmente delicata, dato che mette in contrapposizione il principio comunitario dell’Ue, che sostiene che i Trattati sono una fonte primaria del diritto e hanno priorità sul diritto nazionale, e il sovranismo, che al contrario sostiene che l’Ue non debba intromettersi nelle giurisdizioni nazionali. Il punto è che, checché ne dica la Polonia (insieme ai suoi alleati, da Orban a Le Pen, passando per Meloni e Salvini), i Trattati sono effettivamente la legge primaria dell’Ue, come ha ricordato Draghi che insiste sull’importanza del linguaggio e del rispetto delle posizioni che non si condividono ma che “si devono rispettare se si pretende il rispetto delle proprie”: “Senza rispetto non c’è dialogo” ha concluso il premier.

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