Ieri sera a Budapest si è tenuto un incontro tra il primo ministro ungherese Viktor Orban e l’Alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina, Christian Schmidt, per discutere della situazione nella regione dei Balcani occidentali.
Schmidt nel suo rapporto all’Onu ha definito la situazione nei Balcani come drammatica e ha avvertito di un “imminente pericolo di spaccatura” della Bosnia-Erzegovina e della prospettiva “molto reale” di un ritorno al conflitto armato.
L’Alto Rappresentante della Bosnia-Erzegovina è definito il ‘guardiano degli accordi di pace di Dayton’ e ha definito la situazione che sta affrontando il paese come “la più grande minaccia esistenziale del dopoguerra”.
Ma cosa succede? Milorad Dodik, leader dell’Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti ha adottato una risoluzione per ricostituire l’esercito serbo-bosniaco, sulla falsariga in chiave secessionista dell’apparato militare serbo che durante la guerra in Bosnia si macchiò di terribili atrocità. Si tratta dell’ennesima minaccia di secessione delle autorità politiche della Republika Srpska, una delle due entità (a maggioranza serba) in cui è diviso lo Stato balcanico.
Balcani, l'Alto Rappresentante Schmidt incontra Orban: "In Bosnia siamo prossimi a una nuova guerra"
L'ultima minaccia secessionista è la risoluzione dell'Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti per ricostruire l'esercito serbo-bosniaco
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4 Novembre 2021 - 17.59
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