Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha affermato che l’ex giudice Sergio Moro (il quale ieri ha lanciato ufficialmente la sua candidatura alle presidenziali del 2022) “non ha le competenze” per fare il presidente della Repubblica.
Moro è stato ministro della Giustizia di Bolsonaro tra gennaio 2019 e aprile 2020, quando si dimise in polemica con alcune decisioni del capo dello Stato.
Moro “non ha imparato nulla in un anno e quattro mesi lì (al ministero), non sa cosa significhi essere presidente o cosa significhi essere ministro”, ha dichiarato oggi Bolsonaro a Brasilia.
L’ex magistrato-simbolo dell’inchiesta ‘Lava Jato’ (Autolavaggio), la Mani Pulite brasiliana, si è affiliato al partito conservatore Podemos lasciando aperta la possibilità correre per la presidenza il prossimo anno, quando Bolsonaro cercherà di rieleggersi per un secondo mandato.
Secondo alcuni osservatori, Moro potrebbe rappresentare la cosiddetta “terza via” tra l’estrema destra di Bolsonaro e la sinistra dell’ex presidente-operaio, Luiz Inacio Lula da Silva, leader del Partito dei lavoratori (Pt).
Un sondaggio pubblicato ieri dalla società di consulenza Quest ha indicato che Lula ha il 48% di intenzioni di voto, Bolsonaro il 21% e Moro l’8%. Quest’ultimo si posizionerebbe quindi già davanti a un altro dei candidati con più chance, Ciro Gomes, del Partito democratico laburista (Pdt, di centro-sinistra), fermo al 6%.
“Moro ha vissuto travestito da giudice e ora si travestirà da politico: nessuno dei due abiti gli si addice”, ha commentato oggi Gomes, ex alleato di Lula e oggi tra i suoi più feroci critici, a sua volta interessato a posizionarsi come il candidato della “terza via”.