La prepotenza non ha vinto. Il tribunale distrettuale di Tel Aviv ha respinto il ricorso presentato dai legali di Shmuel Peleg contro la sentenza di primo grado favorevole ad Aya Biran, zia paterna del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. “Eitan Biran – si legge nella sentenza, diffusa dai Biran – è stato rapito dall’Italia verso Israele e deve ritornare al suo abituale luogo di residenza in Italia”. Gli avvocati della famiglia Biran Shmuel Moran ed Avi Chimi hanno detto di aver accolto con gioia la sentenza “e speriamo – hanno aggiunto – che questo sia l’ultimo passaggio prima che Eitan torni alla sua famiglia e alla sua casa in Italia”.
Da parte della famiglia Peleg, invece, si esprime rammarico per la sentenza. “Eitan – ha detto il portavoce della famiglia Gadi Solomon – è un bambino israeliano ed ebreo i cui parenti avrebbero voluto che crescesse e fosse educato in Israele”. Gli avvocati della famiglia Peleg stanno studiando la possibilità di ricorrere alla Corte Suprema, nel frattempo la decisione del Tribunale distrettuale di Tel Aviv è sospesa per sette giorni, proprio per consentire la presentazione di un eventuale ricorso.
Nel frattempo, dunque, Eitan continuerà a rimanere in Israele. Ma entro 15 giorni è fissato il tempo per il suo rientro in Italia.
Sono bastate tre ore ai tre giudici – compreso il presidente Shaul Shochat – della Corte distrettuale per esaminare l’impianto del reclamo contro la decisione del magistrato del Tribunale della Famiglia Iris Ilotovich Segal secondo cui, in base alla Convenzione dell’Aja, Eitan è stato portato illegalmente in Israele dal nonno Peleg e deve tornare in Italia.
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