Come dire: una ‘rivoluzione’ imposta dalla Francia e poi da Nato e Stati Uniti che dopo anni di destabilizzazione ritorna al punto di partenza, ossia con il ritorno in scena del ‘rampollo’ del tiranno deposto e ucciso.
O meglio: l’esponente di una famiglia lodata e blandita da quasi tutti i governi occidentali fino a quando – all’improvviso – ci si accorse che la Libia era un regime non democratico ma in mano ad una famiglia e a un gruppo di potere.
Più o meno come l’Arabia Saudita, come l’Egitto o altri paesi arabi. Ma questi paesi diventano comodi o scomodi a seconda della convenienza del momento.
Adesso Saif al-Islam, il figlio del defunto colonnello Muammar Gheddafi, si è candidato alle elezioni presidenziali in programma in Libia a dicembre.
In un breve video diffuso sul web si vede il momento della registrazione di Saif al-Islam a Sebha. Il figlio del colonnello, barba bianca, occhiali e abito tradizionale, firma i documenti che sanciscono l’ufficialità della sua candidatura.
. @ObservatoryLY : A video for Saif Al Islam #Gaddafi registering as a presidential candidate in Sabha. pic.twitter.com/4TzPz4188Y
— Hiba Nasr (@HibaNasr) November 14, 2021