Svjatlana Cichanoŭskaja, leader dell’opposizione bielorussa, ha parlato al Parlamento europeo invitando le autorità Ue a intervenire nel “perseguire i trasgressori dei diritti umani ai sensi della giurisdizione penale universale”.
“Fate in modo che tutte le prove dei crimini del regime siano sul tavolo della Corte penale internazionale e della Corte internazionale di giustizia” ha continuato Cichanoŭskaja.
La leader dell’opposizione ha attaccato duramente Lukashenko, non esitando a definirlo ‘dittatore’: “In questo momento in Bielorussia ci sono più prigionieri politici – 882 – che deputati in quest’aula. Cittadini imprigionati per aver esercitato diritti politici fondamentali. Imprigionati e torturati. A nome loro e dei cittadini bielorussi che credono nelle libertà e lottano per i diritti in cui crede anche l’Europa, mi rivolgo a voi”.
“Non abbiamo più tempo. Non bastano le parole di solidarietà, abbiamo bisogno che l’Europa ci aiuti. Lukashenko non deve essere chiamato ‘presidente’, perché non lo è. È invece un dittatore senza scrupoli, che fa uccidere chi gli si oppone, che tiene il Paese nella paura, chiude i media e usa i migranti per minacciare Polonia e Lituania, e con loro tutta l’Europa”.
“I bielorussi – afferma Cichanoŭskaja – non sono sicuri nel loro Paese e nemmeno all’estero. E non lo sono neppure gli europei. Il regime ha dimostrato di poter arrestare cittadini bielorussi in voli internazionali, punire i cittadini e usare i migranti per minacciare l’Europa. Possiamo essere paralizzati dalla paura o prendere nelle nostre mani il nostro destino”.